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Condannati a 5 anni gli amministratori di Prestige: fecero fallire la società in cui investirono 8 ex calciatori, da Toni a Montolivo

La società era fallita nel 2013, ora arriva la sentenza definitiva

Promettevano di investire in alberghi di lusso in Austria e resort in Basilicata. E invece fu un clamoroso flop. Undici anni dopo il fallimento, i due soci della Prestige srl – società immobiliare fondata nel 2010 – Fabio Viero, amministratore delegato, e Ugo Antonio Barchiesi dovranno scontare cinque anni di carcere. Sono stati condannati in via definitiva per bancarotta fraudolenta. Tra i soci vip che si erano fidati di questo progetto c’erano molti ex calciatori professionisti di Serie A, tra cui Luca Toni e Riccardo Montolivo.

L’epilogo di Prestige: tante promesse e nient’altro
Operazioni e investimenti promessi, ma mai concretizzati. E i guadagni straordinari prospettati si sono trasformati in debiti insanabili. Nato nel 2010, il progetto dell’azienda immobiliare Prestige è durato solamente 3 anni. Buchi da milioni di euro che avevano costretto la procura ad avviare un’inchiesta. La prima condanna – tramite rito abbreviato – era stata decisa nell’aprile del 2016. Quella definitiva, emessa dalla Corte d’Appello di Venezia il 18 ottobre 2023, è stata confermata qualche giorno fa dalla Cassazione.

Sono stati diversi gli investimenti finiti nel mirino dei giudici. Quella che ha fatto più clamore è l’operazione legata all’acquisto dello Schlosshotel Velden in Carinzia. I giudici di primo e secondo grado avevano stabilito che queste operazioni finanziarie non fossero “adeguatamente garantite” e che il loro non esito poteva che essere negativo. Nel giro di pochi anni, infatti, la Prestige aveva accumulato un passivo pari a 6,8 milioni di euro.

I soci vip-calciatori coinvolti
Avevano vestito ingenti quantità di capitali ma non sono stati più risarciti. Questo il caso degli ex calciatori Luca Toni, Cristian Zaccardo, Bosko Jankovic, Sebastien Frey, Alex Manninger, Igor Budan, Riccardo Montolivo e Rolando Bianchi, all’epoca soci di Prestige. Alcuni di loro (come Zaccardo) avevano avviato una denuncia per truffa reclamando i 600mila euro spesi per l’investimento del castello in Carinzia mai andato in porto. Il procedimento, però, era stato archiviato dal gip di Padova.