Media & Regime

Rai si insedia il consiglio d’amministrazione: Rossi eletto Ad. Agnes indicata come presidente (ma ora serve il voto in Vigilanza)

Via libera a maggioranza, con quattro voti a favore e due contro, in consiglio di amministrazione Rai sia alla nomina di Simona Agnes per il ruolo di presidente e che a quella di Giampaolo Rossi per la carica di amministratore delegato. Per la prima hanno votato a favore – secondo quanto si apprende – Rossi, […]

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Via libera a maggioranza, con quattro voti a favore e due contro, in consiglio di amministrazione Rai sia alla nomina di Simona Agnes per il ruolo di presidente e che a quella di Giampaolo Rossi per la carica di amministratore delegato. Per la prima hanno votato a favore – secondo quanto si apprende – Rossi, Antonio Marano, Federica Frangi e Davide Di Pietro. Contrari Alessandro Di Majo e Roberto Natale. Stesso esito nella votazione per l’Amministratore delegato: a favore Agnes, Marano, Frangi e Di Pietro. Contrari Di Majo e Natale. Rossi è ufficialmente amministratore delegato, mentre perché la nomina di Agnes sia confermata servirà il via libera a maggioranza di due terzi della commissione di Vigilanza Rai.

“Il voto contrario per entrambi”, ha detto Natale, consigliere eletto dal Parlamento con i voti di Pd e M5s, “vuole essere un segnale sulle storture di fondo che continuano a rendere patologico il rapporto tra la Rai e la politica e che incidono così pesantemente sulla nostra legittimazione presso l’opinione pubblica: un segnale contro quella dipendenza dal governo di turno che anche il Media Freedom Act recentemente varato dall’Europa ci impegna a superare, richiamandoci a valori e obiettivi che spero orienteranno la nostra azione comune ancor prima di diventare legge dello Stato italiano. Non è in discussione la stima per le persone, ma un meccanismo di legge che fa male al rapporto della Rai con i cittadini e che è urgente modificare”. Stessa linea tenuta da Di Majo, anche lui votato da M5s e Avs: “Il mio voto è contrario poiché si è giunti alla designazione della presidente attraverso un percorso riconducibile unicamente a logiche politiche o meglio ad indirizzi di partito, quando invece tale designazione poteva essere l’occasione per garantire la presenza di una personalità riconosciuta come super partes, tanto più che il Media Freedom Act europeo impone, già l’anno prossimo, una completa revisione dell’attuale governance della Rai senza l’ingerenza del governo di turno”.