Le previsioni preoccupanti della Fiom adesso si concretizzano. Stellantis ha comunicato ai sindacati il prolungamento dello stop produttivo di Mirafiori: la produzione della 500 elettrica alle Carrozzerie dello storico stabilimento torinese sarà sospesa fino al primo novembre. L’azienda ha spiegato che “persiste la mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa che è profondamente in difficoltà, nonostante la 500e nei primi 8 mesi dell’anno rappresenti il 40% delle vendite nel segmento Ev delle city car (Segmento A) in Europa”.
Dopo una chiusura estiva (durata più del previsto) Stellantis i primi di settembre aveva deciso di fermare nuovamente la produzione fino all’11 ottobre. E oggi arriva il nuovo prolungamento che rende sempre più profonda la crisi di Mirafiori. La 500 elettrica è l’unico modello di largo consumo assegnato alle linee dell’impianto piemontese. Stellantis, in una nota, fa sapere di stare “lavorando con determinazione per garantire la continuità di tutti i suoi impianti e delle sue attività” e ribadisce che alle Carrozzerie di Mirafiori, “grazie ad un investimento di 100 milioni di euro, presto sarà potenziata la produzione della Fiat 500e con una nuova batteria ad alto potenziale, integrando nuove tecnologie per renderla più accessibile e migliorare l’esperienza cliente, ma all’inizio del 2026 sarà anche avviata la produzione della Nuova 500 Ibrida, che sarà realizzata sulla base dell’attuale 500 elettrica”.
L’agonia di Mirafiori preoccupa da tempo i sindacati: “Senza una ripresa dei volumi, gli operai del reparto Carrozzerie rischiano di lavorare 15 giorni da qui alla fine dell’anno”, avvisava la settimana scorsa Gianni Mannori, responsabile dei metalmeccanici Cgil nell’impianto, attraverso ilfattoquotidiano.it. Dopo il prolungamento della chiusura sono intervenute anche Uilm e Fim-Cisl. “Le giornate lavorative si vanno sempre più riducendo mentre l’utilizzo della cassa integrazione è in costante aumento. L’azienda oggi non ha chiarito se le attuali previsioni consentiranno o meno di produrre per tutto il mese di novembre, in questa condizione l’incertezza regna sovrana. Inaccettabile il livello di precarietà a cui stiamo arrivando”, ha detto Rocco Cutrì segretario generale dei metalmeccanici Cisl Torino e Canavese. Di situazione “sempre più preoccupante” parla Luigi Paone, segretario torinese della Uilm. parlando di tenuta sociale “a rischio” e intervento “sempre più necessario e urgente del governo per dare garanzie e stabilità agli impianti italiani”. La scorsa settimana i sindacati hanno proclamato uno sciopero unitario di 8 ore con manifestazione a Roma in programma il 18 ottobre di tutti gli operai Stellantis e della filiera dell’auto.
Nelle stesse ore della comunicazione su Mirafiori, Stellantis ha comunicato che a causa della discesa dei volumi ha portato alla necessità di far scattare il contratto di solidarietà anche per i dipendenti delle unità produttive Stampaggio lamiera e Plastica dell’impianto di Cassino – dove si lavora su un solo turno – fino al prossimo 31 dicembre. I due reparti, finora, aveva fatto fronte alle esigenze della fabbrica frusinate e anche di altri siti del gruppo. Adesso invece finiscono nel calderone degli ammortizzatori sociali. Intanto in mattinata le linee sono state bloccate a causa della mancanza di alcuni componenti e intorno alle ore 8, a due ore dall’inizio del turno, i dipendenti sono stati dichiarati ‘senza lavoro’ e rimandati a casa. Alla situazione produttiva, si aggiunge il crollo in borsa del titolo Stellantis dopo che la casa automobilistica franco-italiana ha ridotto le sue stime sui risultati del 2024. La revisione (peggiorativa), ha spiegato il gruppo, è dovuta “ai problemi di performance in Nord America e al deterioramento nelle dinamiche globali del settore”.