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Valeria Marini testimonia nel processo per truffa aggravata ai danni della madre: “È caduta in depressione, ha perso tutto”

L'attrice è intervenuta in aula contro il produttore cinematografico Giuseppe Milazzo, accusato di aver truffato la madre 86enne Gianna Orru

“Mia mamma, Gianna Orru, è una donna favolosa, e lui, Giuseppe Milazzo, l’ha distrutta, umiliata. Le ha fatto sparire i risparmi di una vita”. A dirlo, è Valeria Marini, 57 anni, nella sua lunga testimonianza nel processo in cui il produttore cinematografico è imputato con l’accusa di truffa aggravata perché avrebbe fatto sparire 335 mila euro che la Orru, 86 anni, gli avrebbe dato per investirli in criptovalute. E di quei soldi, ora, non ce ne sarebbe traccia, al punto da far partire la querelle giudiziaria.

In aula, quindi, Marini ha ricordato il calvario che avrebbe vissuto sua madre, assistita dall’avvocato Laura Sgrò: “Per tanto tempo non ha detto niente, si era chiusa in sé stessa. Poi a un tratto è stata un fiume in piena. Era rimasta senza soldi, le ho dato una mano, anzi le ho dato ogni cosa perché quello che è mio, è suo. Non poteva nemmeno pagare le bollette – racconta Marini -. Giuseppe Milazzo le ha raccontato solo balle, quando abbiamo richiesto i soldi indietro. Si è inventato persino l’esistenza di un uomo per impietosirci facendo la parte del truffato”. Il racconto dell’attrice è interrotto più volte da un pianto, poi si ferma e ricomincia: “Era caduta in depressione. Era finita in un tunnel per colpa di Milazzo. Mamma ha impegnato i gioielli al monte dei pegni, poi li abbiamo recuperati”, spiega Marini.

Che poi aggiunge: “Ha minacciato mia madre seppure in modo velato. Gli disse che c’era la mafia cinese e che le avrebbero incendiato la macchina. Ho dovuto mettere un investigatore privato per difendere mamma. Che è una donna favolosa. Mi domando una cosa: se non ci fossimo stati io e miei fratelli, che fine avrebbe fatto mamma? Fare queste cose a una persona sola, è imperdonabile. Truffare, talvolta, è come commettere una violenza“, conclude Marini. Milazzo, invece, si difende attraverso il suo legale, Sergio Stravino: “Marini ha conosciuto il mio assistito nel 2015. Insieme nel 2016 hanno prodotto un cortometraggio. Che non ha avuto il successo sperato dalle due parti. La Marini lo ha querelato per truffa. E ha perso“.