Cronaca Nera

Viadana, la confessione del 17enne: “Ho ucciso Maria Campai a mani nude”. Un rebus il movente, ipotesi emulazione

“L’ho soffocata stringendole braccio e avambraccio intorno al collo”. Ha confessato il 17enne di Viadana (Mantova) arrestato per l’omicidio di Maria Campai, la 42enne di Parma – il cui corpo è stato ritrovato lo scorso giovedì nel giardino di una villetta abbandonata – con cui il giovane aveva preso appuntamento su un sito d’incontri. Secondo […]

Hai già letto 5 articoli
questo mese.

PER CONTINUARE A LEGGERE

1 € PER IL PRIMO MESE

“L’ho soffocata stringendole braccio e avambraccio intorno al collo”. Ha confessato il 17enne di Viadana (Mantova) arrestato per l’omicidio di Maria Campai, la 42enne di Parma – il cui corpo è stato ritrovato lo scorso giovedì nel giardino di una villetta abbandonata – con cui il giovane aveva preso appuntamento su un sito d’incontri.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, che gli contestano anche occultamento di cadavere e premeditazione, prima di incontrare la vittima il ragazzo ha cercato sul web alcuni video su pratiche sessuali estreme e tecniche per uccidere a mani nude. Il Gip ha confermato il carcere per il minorenne che, al momento, è recluso al Beccaria di Milano.

Il giovane pare essere stato un grande appassionato della serie crime “Dexter“. Alcuni giorni prima dell’omicidio, ha pubblicato una foto sui suoi canali social con una didascalia inquietante: “Brian Moser“. Moser è un noto personaggio della serie Netflix, fratello del protagonista che finge di essere un medico ma in realtà soffre di disturbi psichiatrici che lo portano ad essere molto violento. Una caratteristica del personaggio – da cui il ragazzo sembra essere affascinato – è il modo con cui uccide: contatta donne attraverso il web, le uccide e poi si accanisce sui loro corpi. Un altro elemento di particolare rilievo nella ricostruzione giudiziaria è la fase successiva al delitto. Dopo aver ucciso Campai, infatti, il giovane è andato in palestra, ha cenato con i genitori ed è poi sceso nel box del condominio per pubblicare dei video.

Familiari e amici dipingono il 17enne come un ragazzo tranquillo e introverso ma agli inquirenti risultano incongruenze con l’immagine che il giovane voleva dare di sé attraverso i social, dove aveva persino condiviso foto di Filippo Turetta. Al momento, il movente dell’omicidio non è ancora stato chiarito nonostante il lungo interrogatorio. Sottoposto ad analisi mediche per escludere o accertare l’assunzione di alcol e droghe, il 17enne è risultato negativo ad entrambi i test. “Volevo sapere cosa si prova ad ammazzare una persona”, avrebbe detto ai carabinieri.