Oggi, come ogni primo ottobre dal 1974, è La Giornata Mondiale dei Vegetariani. Nel nostro Paese ormai è una realtà: il 7.2% degli italiani si dichiara vegetariano, un dato in forte crescita rispetto al 2023 quando era il 4.2% della popolazione ed oltre 6 giovani under 35 su 10 dichiarano di considerare i prodotti a base vegetale un “aiuto per il Pianeta”. Sono i dati del rapporto tra italiani e prodotti plant-based scattata dal Gruppo Prodotti a Base Vegetale di Unione Italiana Food.
Secondo lo studio, in Italia l’adozione diffusa di una dieta più ricca di alimenti di origine vegetale (verdura, frutta, cereali integrali, legumi), avrebbe effetti molto positivi in termini di minori emissioni di gas serra e maggiore risparmio idrico, rispetto all’attuale regime alimentare: si produrrebbero gas serra equivalenti a 106 Mt CO2eq, anziché 187. Verrebbero utilizzati terreni coltivati pari a 15 mila campi di calcio, anziché20 mila. L’acqua consumata sarebbe pari a 17 km³, anziché 26, con un risparmio idrico equivalente a 3 milioni e 600mila piscine olimpioniche.
“La crescente inclinazione verso una dieta vegetale, certificata da numerosi studi e dati, rappresenta un profondo cambiamento culturale e di consumo nella nostra società, – dichiara Sonia Malaspina presidente del Gruppo Prodotti a Base Vegetale di Unione Italiana Food – dove la sostenibilità è diventata un fattore determinante nelle scelte di acquisto. Questo vale sia per chi sceglie una dieta vegetariana sia per chi vuole mantenere un approccio ampio, senza rinunciare alle proteine animali, ma semplicemente aumentando il consumo di quelle vegetali”.
A dar manforte a questi dati ci pensa anche lo chef Pietro Leemann che nell’ambito della cucina vegetariana ha fatto scuola con il suo locale milanese “Joia”, primo ristorante vegetariano europeo a essere premiato con la stella Michelin.
Lo chef, come riporta Leggo, dà alcune dritte importanti. Ad esempio, sconsiglia di mangiare hamburger vegani e vegetariani perché “cibi processati, e un parametro importante della salute è che il cibo sia cucinato il più semplicemente possibile, quindi tutto ciò che è processato non è ideale. Magari una volta va bene, ma non che sia quella la proteina, perché non è un cibo naturale. Molto meglio una pasta e fagioli. Anche acquistando biologico, che è preferibile, una dieta vegetariana costa il 40% in meno rispetto a un’alimentazione in cui si consuma carne. A meno che non sia carne di bassissima qualità, ma quella è davvero sconsigliata”.
Quello che si augura lo chef è che “le persone con una visione più ecologica, più salutista e vegetariana della cucina aiutino gli altri a comprendere questo aspetto. Anche il mondo sociale sarà implicato, perché purtroppo una cucina non sana porta a delle malattie che appesantiscono la società, hanno un costo. Sarà una collaborazione, e a poco a poco tutti diventeranno più vegetariani”. Infine un piccolo consiglio: “Yoga, sport, passeggiate per non mangiare carne di nuovo”.