Non solo la norma “non è in linea con la direttiva Ue” e “ostacola la corretta informazione“, ma solo “la pubblicazione dell’ordinanza, e non la sintesi dei suoi contenuti che può essere distorta, è utile a tutelare la presunzione di innocenza“. Associazione nazionale dei magistrati e Federazione nazionale della stampa italiana hanno detto la loro in audizione davanti alla Commissione Giustizia della Camera nell’ambito dell’esame del bavaglio sulle ordinanze: lo schema di decreto legislativo, varato dal Consiglio dei ministri, che vieta la pubblicazione testuale delle ordinanze di arresto, inserita da un emendamento del deputato di Azione Enrico Costa, votato anche da Italia viva e dalle forze di maggioranza.

Le audizioni – Le Commissioni di Camera e Senato dovranno esprimere un parere schema del provvedimento (che dopo tornerà in Cdm per l’approvazione definitiva) e per questo sono in corso le audizioni. Sia Anm che Fnsi sconfessano però quanto dichiarato dal governo: la norma ha lo scopo di “rafforzare la presunzione di innocenza della persona indagata o imputata nell’ambito di un procedimento penale, in coerenza con quanto disposto dagli articoli 3 e 4 della direttiva (UE) 2016/343″, si leggeva nel comunicato di Palazzo Chigi.

Anm: “Non tutela la presunzione di innocenza” – “Riteniamo che questa norma non sia in linea con la direttiva Ue” che “non prevede alcun impedimento a conoscere quanto avviene nel processo, e non contempla alcuna norma di secretazione degli atti. Tutto deve essere conosciuto, la direttiva non prevede il segreto sull’atto di custodia cautelare che non è un atto segreto” e solo la “pubblicazione dell’ordinanza, e non la sintesi dei suoi contenuti che può essere distorta, è utile a tutelare la presunzione di innocenza” della persona indagata o imputata, ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, audito dalla Commissione presieduta oggi da Federico Cafiero de Raho. “Questa norma – ha aggiunto Santalucia – non tutela la presunzione di innocenza perchè la stesura del racconto delle motivazioni delle ordinanze non è un bavaglio, ma ostacola comunque la corretta informazione. La conoscenza totale dell’atto è l’unica tutela da eventuali distorsioni narrative”.

Fnsi: “Mai chiesto dall’Europa” – La Federazione nazionale della stampa italiana ha espresso la sua “assolta contrarietà” allo schema di decreto: “Siamo convinti rappresenti un ulteriore passo nella direzione della limitazione di quegli imprescindibili bilanciamenti fra poteri che caratterizzano uno Stato di diritto”, hanno ribadito Alessandra Costante e Vittorio di Trapani, segretaria generale e presidente Fnsi. Per il sindacato dei giornalisti si tratta di “un ulteriore intervento finalizzato a smantellare quei contropoteri, in questo caso l’informazione, che rendono viva e vitale la democrazia“. Un bavaglio che, “più che tutelare la presunzione di innocenza, sembra voler stringere ancora di più le maglie della libertà di informazione e del diritto dei cittadini ad essere informati previsto dall’articolo 21 della Costituzione”. Quel che serve, al contrario, è “più trasparenza e non meno, più informazione, anche a tutela dei diritti dell’indagato”. Costante e Di Trapani hanno quindi evidenziato che “affermare, come fa il Legislatore, che le modifiche al Codice di procedura penale sono coerenti con il dettato della direttiva Ue è sbagliato: l’Europa pone obblighi e divieti non a carico della stampa, che anzi ne è esclusa, ma a carico dei rappresentanti delle istituzioni, politici, parlamentari. L’Europa non chiede di vietare la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare. Chiede di tutelare il lavoro dei cronisti, di difendere il ruolo dell’informazione, ad esempio, dalle azioni legali bavaglio, le cosiddette Slapp, chiede di completare il processo sull’equo compenso. Ma su questo il Legislatore non fa nulla”. E invece, “obbligando il giornalista a dare la notizia facendo una sintesi del provvedimento del giudici – hanno aggiunto i vertici della Fnsi – lo si espone al rischio di cause per diffamazione e a richieste di danni”.

M5s: “Bocciatura dirompente della norma” – Audizioni di oggi che le deputate del M5s Stefania Ascari, Valentina D’Orso e Carla Giuliano definiscono “una bocciatura dirompente del provvedimento voluto dal governo e dalla maggioranza allargata alle forze centriste”. “Dal mondo del giornalismo – affermano – abbiamo ascoltato parole fortissime e molto chiare: impedendo la pubblicazione testuale del contenuto delle ordinanze di custodia cautelare, che sono di interesse pubblico solo se riguardano esponenti della politica e dell’amministrazione pubblica e non cittadini sconosciuti, vogliono impedire ai giornalisti di pubblicare i fatti che danneggiano la reputazione dei potenti“. “L’Anm – aggiungono le deputate del M5s – ha osservato come le norme europee sulla presunzione di innocenza non impongano proprio nulla del genere e, anzi, chiedono di non compiere nuove compressioni della libertà di stampa”. Per queste ragioni, concludono, la norma “non ha motivo di esistere, se non quello nascosto da chi l’ha voluta: coprire le malefatte dei colletti bianchi e salvare la loro reputazione“.

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