Dura reprimenda del giornalista Antonio Caprarica al direttore editoriale del Secolo d’Italia Italo Bocchino durante Dimartedì (La7). L’ex parlamentare del Pdl difende strenuamente la decisione della Questura capitolina e del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di vietare le manifestazioni pro-Palestina in programma a Roma sabato 5 ottobre (“Con preavvisi che in maniera più o meno allusiva tendevano a celebrare la data del 7 ottobre come l’esaltazione di un eccidio, francamente non era possibile lasciar fare”, ha affermato il titolare del Viminale).

Bocchino ripete puntualmente la versione del governo Meloni, e aggiunge: “Se uno vuole festeggiare con bandiere e fuochi d’artificio lo sgozzamento di bambini, il governo di destra, da buon governo, non glielo deve permettere. Piantedosi, che sa fare il ministro benissimo, dice giustamente che deve tutelare l’ordine pubblico. E tutelare l’ordine pubblico è anche vietare che si vada a dire che la Segre è agente del Mossad e che si vadano a bloccare le strade a impedire alla gente di vivere serenamente. Nel caso della senatrice Segre – continua con veemenza – con quel cartello vado a violare la libertà religiosa, perché la Segre ha diritto di essere ebrea e di essere rispettata in quanto ebrea e reduce di un campo di concentramento. Questi sono diritti sanciti dalla Costituzione e il ministro dell’Interno non si diverte. E ha il dovere di vietare quei cortei”.

“È così?”, chiede il conduttore Giovanni Floris a Caprarica.
Ma non esiste proprio – risponde il giornalista – A me fa veramente impressione che Bocchino possa solo avere questa idea. Tutte le persone più o meno sensate sono d’accordo sul fatto che scrivere che Liliana Segre è un’agente sionista è una mostruosità, è un’aberrazione, perché lei è un monumento vivente del nostro paese. Detto questo, se c’è uno scellerato che vuole andare per strada col cartello recante la scritta ‘Segre è un’agente sionista’, ha il diritto di farlo“.
“Ma non è vero”, insorge Bocchino.

“Se arreca un’offesa – continua Caprarica – ci si muove per via giudiziaria, ma non è il governo che può intervenire“.
Bocchino insiste: “Se la questura sa che in quella manifestazione si violeranno le leggi, può dire che non si fa la manifestazione”.
“Ma cosa dice? – replica Caprarica – E invece ad alcuni ministri di questo governo le manifestazioni degli ultrà vanno bene, vero?“.

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