E’ stato chiesto il processo per Andrea Leombruni, l’uomo che il 31 agosto del 2023 ha sparato e ucciso l’orso Amarena nel Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. “La giustizia farà il suo corso, anche se non restituirà Amarena ai suoi figli e a questa vita. Ma chi l’ha uccisa deve pagare” commentato l’Organizzazione internazionale protezione animali che dà la notizia. Il gup del tribunale di Avezzano (L’Aquila) ha fissato l’udienza preliminare al 23 dicembre. Le accuse nei confronti di Leombruni sono uccisione di animali, crudeltà correlata dall’assenza di valida giustificazione ed esplosioni pericolose in luogo abitato.
Il pm Maurizio Maria Cerrato ha chiuso le indagini a giugno dopo aver esaminato la perizia balistica che ha confermato come l’indagato abbia sparato per uccidere e non per spaventare l’animale. L’orsa Amarena, colpita a morte con un fucile nella notte del 31 agosto 2023 alla periferia di San Benedetto dei Marsi (L’Aquila), è stata raggiunta da un proiettile calibro 12 che l’ha colpita a un fianco perforandole il polmone. Leombruni fu immediatamente identificato. Alcuni giorni dopo,il personale del Parco ha informato che i due cuccioli che erano con lei al momento dell’aggressione, nonostante un iniziale allontanamento, erano stati ritrovati ed erano vivi e vegeti.
“La Procura ha confermato che l’orsa al momento dello sparo era innocua – ha evidenziato l’Oipa – Amarena è l’ennesima vittima non solo della pericolosità sociale di individui, cui pure si concede il porto d’armi, ma anche del clima di odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici. Auspichiamo che si arrivi a una condanna esemplare nei confronti dell’inquisito”. L’associazione sarà parte civile.