Come è noto, Repubblica, quotidiano della famiglia Elkann diretto da Maurizio Molinari, ha spiccate simpatie per Israele. Nei mesi scorsi non sono mancate “scivolate” che hanno anche suscitato la comprensibile reazione della redazione e della sua rappresentanza sindacale. Interviste “sgradite” tolte dalla pagina a rotative già avviate, vecchi contributi spacciati per nuovi e via dicendo. Martedì il sito del giornale ha definito le mobilitazioni pro Palestina “un raduno della galassia pro-Hamas” (titolo modificato dopo le proteste social). Ora però il quotidiano si fa addirittura portavoce di una teoria di “supremazia razziale” dell’Occidente nei confronti delle popolazioni mediorientali.
Nell’analisi dell’editorialista politico Stefano Folli dal titolo se il Pd non vede il ritorno dell’odio, si legge testualmente: “Le migliaia di morti civili a Gaza sono una tragedia che scuote le coscienze. Ma le scuote solo in Occidente, dove esiste una civiltà giuridica e un senso di umanità”. Parole che, onestamente, non vale neppure la pena di commentare nel merito. Alla popolazione palestinese, peraltro storicamente tra le più colte e tolleranti del Medioriente, non viene neppure concesso “il senso di umanità” per piangere le proprie vittime .
Utile ricordare a Folli che il più barbaro antisemitismo fu incubato e ferocemente messo in pratica proprio dalla civiltà occidentale, a cui attribuisce patente di superiore senso di umanità. Non certo dai palestinesi, vittime delle vittime.
Ci sarebbero infinite letture da consigliare a Folli che, evidentemente, o è in malafede oppure su questi argomenti ne ha fatte davvero poche. Si scelga almeno un libro qualsiasi di Edward Said, intellettuale palestinese di fama mondiale e docente alla Columbia University, scomparso nel 1993. Sarà preziosa per lui e anche per tutti i lettori di Repubblica perché, forse, il Pd non vedrà il ritorno dell’odio ma il ritorno del peggior razzismo di epoca coloniale, nelle parole di Folli, si vede benissimo.