Non è un caso che il convegno nazionale dell’Associazione delle giuslavoriste e dei giuslavoristi d’Italia, Agi, abbia deciso quest’anno di mettere al centro la Costituzione, coi principi che la Carta dedica al lavoro messi al centro degli incontri in programma a Roma dal 3 al 5 ottobre al Parco dei Principi Grand Hotel & SPA (qui il programma). Un modo di evidenziare un arretramento: “Non possiamo non registrare come questi principi costituzionali in alcuni settori lavorativi non vengano rispettati”, ha dichiarato l’avvocata Tatiana Biagioni (foto), presidente Agi. In chiusura della tre giorni di tavole rotonde, workshop e dialoghi, il direttore del fattoquotidiano.it Peter Gomez modererà proprio l’incontro dal titolo “Il lavoro nella Costituzione: passato, presente e futuro”. Il Convegno si propone, spiega la presidenza, “di rileggere in chiave attuale la tutela dei diritti, il bilanciamento tra difesa dei lavoratori e delle lavoratrici e la libertà di impresa, il rapporto tra Corti nazionali ed Europee, le pari opportunità”. Ma anche di approfondire e proporre soluzioni su questioni come l’inverno demografico, che già riduce la popolazione in età da lavoro, e le implicazioni della rivoluzione digitale e dell’Intelligenza Artificiale che indica nuove sfide anche per i diritti dei lavoratori.

Il titolo del Convegno 2024 cita direttamente il primo articolo della Costituzione: “…Fondata sul lavoro”. Nell’occasione, l’Agi riprende e aggiorna un’iniziativa del 2019, quando pubblicò un volume che raccoglieva tutti gli interventi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in tema di lavoro. “Il lavoro del Presidente sta diventando sempre più gravoso in un’epoca storica di grande complessità”, avverte Raffaele De Luca Tamajo, avvocato e professore emerito di Diritto del lavoro all’Università Federico II di Napoli che ha curato il nuovo volume di quest’anno. Nel pensiero del Capo dello Stato “abbiamo letto un principio forte: il lavoro come strumento di democrazia e di salvaguardia dei principi costituzionali”, ha spiegato la presidente Biagioni alla rivista Norme & Tributi Plus. Perché “la democrazia non si esaurisce nelle istituzioni, ma si “pratica” anche nei luoghi di lavoro e socialità, perché anche questi sono uno strumento con cui esercitare i diritti. Abbiamo pensato al lavoro come espressione di democrazia, che consente di sentirsi parte di una comunità: però un lavoro “buono”, giusto e legale”.

Il necessario richiamo ai principi costituzionali è però anche indicatore di un Paese che fatica ad applicarli quando addirittura non li rimette in discussione. A darne prova in questi anni è il ricorso agli stessi principi, sempre più frequente, da parte di avvocati e giudici del lavoro, come nel caso della mancata attuazione dell’articolo 36 che sancisce il “diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”, mentre la contrattazione collettiva arranca e dilagano fenomeni come il part-time involontario, tanto che ad allargare le fila delle persone in povertà assoluta sono sempre di più lavoratrici e lavoratori dal salario insufficiente. Ancora: “Si pensi all’articolo 41 che parla di libertà di iniziativa economica, ma anche di dignità dell’essere umano, di salute, di ambiente, di sicurezza, di libertà, o all’articolo 37 in base al quale si stabilisce che la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, la stessa retribuzione dell’uomo”, ha dichiarato Biagioni, ricordando come, al contrario, secondo il Censis le lavoratrici guadagnano il 50 per cento in meno dei loro colleghi. Oltre a subire molestie, pressioni illecite e discriminazioni, come denunciato dallo stesso Capo dello Stato. Che in occasione dell’assemblea di Confindustria del 2023, durante la quale ha ribadito il ruolo importante delle imprese nel generare crescita, ma anche nel promuovere la realizzazione e la crescita umana. “Le imprese sono veicoli di crescita, innovazione, formazione, cultura, integrazione, moltiplicazione di influenza, fattore di soft-power – ha detto Mattarella – e sono, anche, agenti di libertà. Generare ricchezza è una rilevante funzione sociale. È una delle prime responsabilità sociali dell’impresa. Naturalmente, non a detrimento di altre ricchezze, individuali o collettive”.

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