“Con qualche buona pastiglia di melatonina… per dormire sonni tranquilli… ci assumiamo le responsabilità derivate dalle garanzie fornite dall’amministrazione precedente per i Giochi del 2026. Per quanto preoccupati, possiamo dire che la situazione è sotto controllo”. Cerca di essere spiritoso Alessandro Ziza, capogruppo di maggioranza in consiglio comunale di Cortina. La battuta farmacologica ha però il solo effetto di enfatizzare la paura che a un anno e mezzo dalle Olimpiadi di Milano-Cortina attanaglia il Comune ampezzano. Nel dicembre 2023 il sindaco Gianluca Lorenzi aveva confessato pubblicamente: “Non dormo la notte pensando al rischio di default di Fondazione Milano Cortina che coinvolgerebbe anche noi”. La sua preoccupazione è riesplosa in un consiglio comunale dedicato a trattare il tema del bilancio.
Lorenzi ha annunciato che oggi 2 ottobre sarebbe andato a Roma, assieme al governatore veneto Luca Zaia, per trattare con il ministro allo sport Andrea Abodi e con Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del consiglio, il tema spinoso dei debiti futuri che le Olimpiadi potrebbero lasciare. È andato con il cappello in mano, vaso di cocci tra vasi di ferro, a invocare garanzie del governo perché quelle prestate al Cio al momento della candidatura non si trasformino in un boomerang per i bilanci di un comune ricco, ma piccolo. Non si tratta di bruscolini, visto che la sezione veneta della Corte dei Conti ha già rilevato con preoccupazione come il passivo di Fondazione, dopo tre anni, abbia raggiunto i 107 milioni di euro. Eventuali “buchi” (in un budget previsto a pareggio di 1,6 miliardi di euro) ricadrebbero sugli enti che hanno sottoscritto il patto olimpico con il Cio: Comuni di Milano e Cortina, Regioni Lombardia e Veneto, Coni, Comitato Paralimpico e anche le province autonome di Trento e Bolzano.
“È una preoccupazione che abbiamo, poiché non ci sono ancora rassicurazioni del governo. – ha detto Lorenzi – Loro dicono che le garanzie ci sono, ma vedremo, vogliamo verificare. Questi Giochi sono in realtà un’anomalia: le garanzie sono in capo alle Regioni, mentre dovrebbero essere del governo nazionale”. Per questo il sindaco chiederà a Roma “di mettere nero su bianco quali debbano essere gli impegni del comune, perché noi dovremmo solamente mettere a disposizione gli impianti sportivi, in cui accogliere le gare e i costi di gestione per l’evento olimpico dovrebbero invece essere a carico di Fondazione”. Lorenzi non ha detto se adesso riesca a dormire, ma ha ammesso: “Questa partita non è facile: noi cerchiamo di fare in modo che entri il governo nazionale in maniera preponderante, per metterci in uno stato di agiatezza”. Forse avrebbe voluto dire “sicurezza”, ma il concetto non cambia.
Sul tema dei debiti c’è ancora molta confusione. Il vicesindaco Roberta Alverà ha assicurato: “Fondazione è chiamata a rispondere con il capitale sociale (100mila euro, ndr), mentre i soci fondatori non sono chiamati a ripianare le perdite”. La consigliera di minoranza Roberta de Zanna ha però replicato che nel bilancio 2023 di Fondazione i soci vengono tirati in ballo direttamente. C’è scritto: “Gli Enti Territoriali hanno reiterato con apposite comunicazioni il proprio impegno a coprire, ognuno per la quota di propria competenza, sia il rimborso, in caso di cancellazione dei Giochi, al Comitato Olimpico Internazionale dei contributi anticipati, sia l’eventuale deficit che la Fondazione si dovesse trovare ad affrontare nel periodo di liquidazione della stessa”.
Chiosa del sindaco: “Se Fondazione rispetta il budget non c’è rischio di default, se non lo farà c’è il problema che le amministrazioni coinvolte debbano coprire il disavanzo. È un’ipotesi concreta, assolutamente, ma stiamo lavorando per evitarla”. L’ex sindaco Giampietro Ghedina, che firmò gli accordi con il Cio, si è giustificato: “Dovevamo fornire quelle garanzie molto generali e generiche. È di pochi mesi fa il fatto che Fondazione sia un ente privato e non pubblico (per un intervento del governo a seguito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Milano su Fondazione, ndr), ma la candidatura adesso è nazionale”.
“Tutto questo ci conferma che la situazione è critica” ha commentato la consigliera De Zanna, che ha incassato l’accusa del capogruppo Ziza di un eccesso di “critiche feroci”, in particolare “sull’organo di partito che è il giornale Voci di Cortina”. La direttrice Marina Menardi ha replicato con un editoriale on-line: “Di quale partito parla? Il consigliere attacca e offende un giornale libero che osa far critica informando i cittadini, ma la popolazione ne ha piene le scatole di questo atteggiamento denigrante”.