Politica

Tajani: “Ancora possibile scongiurare una guerra in tutto il Medio Oriente. Iran e Israele devono interrompere la spirale”

L’invito “a tutti, Israele compreso, è quello di lavorare per una de-escalation ed evitare un conflitto che provochi ancora vittime soprattutto tra la popolazione civile”. Parola del ministro degli Esteri Antonio Tajani, in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato con Guido Crosetto il giorno dopo l’attacco dell’Iran contro Israele. “L’apertura del fronte libanese e l’intervento diretto dell’Iran hanno inevitabilmente accresciuto il rischio di un conflitto regionale su larga scala“, ricorda il titolare della Farnesina. “Ma l’escalation delle ultime ore ci spinge ancora di più a lavorare per la pace e per il dialogo. C’è ancora la possibilità di scongiurare una guerra che coinvolga l’intero Medio Oriente. Il governo italiano, anche in qualità di presidente del G7, si sta adoperando a 360 gradi per questo obiettivo” facendo “appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali” e chiedendo di “esercitare moderazione e ad impegnarsi in un percorso negoziale”. Nonostante il fallimento di tutti i tentativi fatti finora.

Intervistato dal Corriere della Sera, lo stesso Tajani cita esplicitamente il primo ministro israeliano Netanyahu spiegando che l’Italia chiede a lui e all’Iran di “frenare il ricorso alla violenza. Chiede a tutti, assolutamente a tutti, di interrompere la spirale della guerra. In queste ore un missile in più da una parte o dall’altra potrebbe portare questa guerra definitivamente fuori controllo”, “una catastrofe che nessuno sarebbe in grado di controllare, che porterebbe morte e devastazione per anni”.

“Non abbiamo mai nascosto le nostre preoccupazioni per la postura regionale di Teheran, che ha un effetto destabilizzante in un contesto già molto precario”, aggiunge il ministro in Parlamento. “Come purtroppo dimostrato ieri sera dall’attacco contro Israele. Riteniamo tuttavia che, ancor più in questo momento, sia importante mantenere un canale di dialogo con l’Iran“. Per quanto riguarda la situazione in Palestina, la posizione di Tajani è che “soltanto un governo palestinese forte, legittimato dalla comunità internazionale e sostenuto da istituzioni democratiche, potrà affrontare le sfide poste dai gruppi estremisti e ridurre la loro influenza. La Palestina non è Hamas“.

Il ministro fa sapere che nel colloquio avuto coll’omologo israeliano Katz ha “insistito non solo sulla tutela dei nostri militari, ma anche sulla necessità di evitare che si ripeta quello che è successo a Gaza con la popolazione libanese“. Parlando ancora dei soldati italiani impegnati nella missione Unifil e in quella bilaterale di addestramento Mibil in Libano, il titolare della Farnesina assicura che il governo è pronto “ad assumere ogni iniziativa per garantire la sicurezza dei nostri connazionali. Con il Ministro Crosetto stiamo seguendo ora per ora la situazione di sicurezza sul terreno, in costante contatto con le nostre Ambasciate a Beirut e a Tel Aviv e con la Rappresentanza italiana presso le Nazioni Unite a New York”. I civili sono stati invitati da tempo a lasciare il Paese e “stiamo lavorando”, dice Tajani, “per venire incontro alle loro richieste attraverso un aumento dei collegamenti, inclusi voli charter e altre modalità, che stiamo esaminando insieme al Ministero della Difesa”. Gli italiani in Libano sono circa 3.200, in gran parte “doppi cittadini – italiani e libanesi – che risiedono stabilmente nel Paese”.