Uno sciopero di due giorni dopo la morte di un loro collega – Ali Jamat, un 31enne di origini pakistane, travolto da un’auto durante l’ultima consegna di giornata – per far valere i loro diritti. E Glovo, la piattaforma per la quale lavorano, ora ha accettato le loro richieste, tra le quali un aumento del compenso e l’indennità in caso di pioggia. Un risultato ottenuto anche grazie alla mediazione dei sindacati.

Jamat è morto in ospedale a Padova dopo tre settimane di agonia per le ferite riportate in un incidente: nelle stesse ore in cui veniva dichiarato deceduto in Pakistan la moglie stava mettendo al mondo la sua seconda figlia. Dopo il funerale in un centro islamico del quartiere Arcella, il corpo di Alì era stato imbarcato su un aereo per far ritorno in Pakistan, dov’è poi stato sepolto a Sialkot, sua città natale, al confine con l’India. La morte del rider di Glovo aveva scosso profondamente i suoi colleghi, la comunità pakistana in città, e il sindaco di Padova, Sergio Giordani. “Una tragedia – aveva detto – che rende ancora più evidente quanto sia necessario impegnarsi per le tutele e i diritti sul luogo di lavoro, mettendo al primo posto la sicurezza”.

I rider, in segno di lutto e di protesta, hanno così iniziato un sit-in di due giorni, in piazza Mazzini, uno dei luoghi di ritrovo dei corrieri in bicicletta. Sabato si sono autoconvocati nel centro cittadino e hanno contattato il sindacato NIdIL Cgil Padova, che con Mirko Romanato li ha affiancati nell’avvio di una trattativa con l’azienda. Domenica un altro sciopero: un centinaio di rider della città hanno incrociato le braccia e fermato le bici, bloccando le consegne. Un braccio di ferro che al termine ha portato al raggiungimento di una intesa con l’azienda: un aumento della paga base da 3 euro a 3.30 per ogni singolo ordine, maggiorazioni e un rimborso chilometrico di 37 centesimi per tragitti brevi (60 sopra i 6 chilometri) e una indennità in caso di maltempo, “perchè quando piove – hanno spiegato – sulla strada rischiamo la nostra vita“. “Questi lavoratori – ha detto Romanato – hanno dimostrato che se c’è unità e determinazione anche un colosso deve scendere dal proprio piedistallo e trattare. Perché quello che è avvenuto è che i rider, oltre un centinaio che lavorano per la piattaforma a Padova, l’hanno letteralmente bloccata, semplicemente rifiutandosi di fare le consegne, se Glovo non fosse scesa a patti. Ed è esattamente quello che è successo”.

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