Televisione

“Allora in Rai bisognava essere schierati politicamente”, “Allora eh?”: le parole di Renzo Arbore e l’ironia di Carlo Conti

In occasione dei cento anni della radio, l'incontro tra i due conduttori in Senato

di Giuseppe Candela
“Allora in Rai bisognava essere schierati politicamente”, “Allora eh?”: le parole di Renzo Arbore e l’ironia di Carlo Conti

L’ironia politica di Carlo Conti. La battuta che non ti aspetti del conduttore del prossimo Festival di Sanremo, abituato a grandi successi e uno stile asciutto, è arrivata nel corso della cerimonia celebrativa per i 100 anni della Radio, evento che guiderà anche domenica sera su Rai1. Nell’aula del Senato ha ospitato tra gli altri Renzo Arbore, decano della radio e del piccolo schermo, ora impegnato su Rai Storia con “Cari amici vicini e lontani”.

“Io fui mandato via da ‘Per Voi Giovani‘, che avevo inventato, perché non ero schierato politicamente. Allora bisognava essere un po’ schierati politicamente, ma non dico con chi… Era tutto politicizzato, 1970″, ha spiegato Arbore ripercorrendo i suoi anni a Radio Rai suscitando la battuta di Conti: “Allora eh? Allora!“. Dopo anni poco è cambiato. Battuta riuscita e inattesa, mentre la regia inquadra il Presidente del Senato Ignazio La Russa, che non appare divertito, Maurizio Gasparri e altri esponenti della politica.

“No, allora dico! Oggi se ne sente parlare. Mi vien da ridere, se ne parla ancora oggi”, aggiunge Conti con il sorriso. “Se ne parla ancora oggi, moltissimo“, chiosa Arbore. Proprio ieri in un’intervista al settimanale Chi, il conduttore e direttore artistico di Sanremo 2025 ha parlato del suo rapporto con il servizio pubblico: “Dopo il mio primo programma di successo in Rai (nel 1998, quando conduceva In bocca al lupo!, ndr), ricevetti un’offerta importante da un’altra emittente, ma non sapevo cosa sarei andato a fare, e sono rimasto dov’ero. Negli anni, poi, ci sono state altre chiacchierate con altri editori, com’è normale quando sei in attività e le cose funzionano, fai parte del mercato. In Rai mi trovo bene, faccio i miei programmi e, ogni volta che arriva un direttore, mi presento solo con il mio lavoro, senza appartenere a nessun gruppo, ancora meno alla politica: sono un battitore libero che, con i risultati, ha mantenuto la fiducia dell’azienda”, ha concluso Conti.

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