La Juventus è l’unica squadra italiana a punteggio pieno in Champions dopo due giornate. Ma più che i sei punti in classifica conta come la truppa di Thiago Motta ci sia arrivata, dopo una gara incredibile contro il Lipsia. Partita che inizia malissimo per i bianconeri: dopo sei minuti si fa male Bremer e deve uscire, sostituito da Gatti, dopo dodici tocca a Nico Gonzalez abbandonare il campo per infortunio, con Conceicao al suo posto. I bianconeri tengono ma vanno sotto dopo un gol pazzesco di Sesko, la riprendono con Vlahovic ma si ritrovano in dieci per l’espulsione di Di Gregorio che prende palla con le mani fuori area, sulla punizione successiva Douglas Luiz appena entrato la tocca col braccio e Sesko trasforma il rigore. Sembrerebbe compromessa, specie contro una squadra che gioca declinando all’ennesima potenza il modello tedesco di riaggressione e ripartenza, peraltro con un attacco di lusso con Openda che prende due pali, Sesko e Xavi Simons, ma Vlahovic segna un gol pazzesco prima, Conceicao ne fa uno ancora meglio poi bevendosi la difesa tedesca e la Juve vince 3-2. Una dimostrazione di forza importante per la Juve di Thiago Motta che senza Bremer balla dietro, pur trovando un Kalulu monumentale che la tiene a galla ma soprattutto recupera uomini importantissimi: McKennie sembra un altro giocatore rispetto a quello costantemente in lista di sbarco delle passate stagioni, Fagioli in mezzo porta qualità e geometrie e Vlahovic è al quarto gol in due partite. I due sigilli della Red Bull Arena sono probabilmente ancora più importanti di quelli di Genova: da attaccante di razza, in grado di reggere un reparto da solo, quello che serve a una Juve buona per diventare ottima. Ottimo è il primo posto in Champions dopo due giornate, seppur condiviso con un variopinto gruppone che oltre alla Juve annovera Brest, Dortmund, Aston Villa, Liverpool, Leverkusen e Benfica.
Atalanta, una vittoria da big europea
E ottima è anche l’Atalanta, che si conferma squadra a vocazione più europea che da campionato. Contro lo Shaktar vince 3-0 a trova diverse notizie positive. Innanzitutto i nerazzurri non prendono gol: cosa che potrebbe sembrare non eccezionale visto l'avversario, ma in Champions e per una squadra che ha la peggior difesa della Serie A con 12 gol subiti è un elemento molto
positivo. I difensori evitano i gol e li segnano pure nella bella serata nerazzurra: le danze le apre Djimsiti e le chiude Bellanova, finalmente convincente dopo un avvio difficile. I nerazzurri ritrovano anche Lookman e soprattutto possono ammirare un Samardzic sontuoso nel ruolo di trequartista, tra idee geniali e il solito sinistro di cachemire. Elementi esaltati anche da Gasperini, che ritrova certezze in una partita che aveva dichiarato di temere molto: certezze che però la Dea dovrà tradurre pure in campionato, dove dopo la sconfitta interna col Como e il pareggio in extremis contro il Bologna il piatto piange.
Bologna, cercasi attaccante
Bologna che invece torna a bocca asciutta da Anfield, dove perde contro il Liverpool: un risultato ipotizzabile? Ovvio, persino inutile rimarcare le differenze, ampie, tra la squadra allenata da Slot e quella di Italiano, cosa chiarissima in apertura di match quando dopo alcune triangolazioni che mettono in forte difficoltà gli emiliani il Liverpool passa con una magia di Salah che praticamente mette in porta McAllister per il vantaggio. Sembrerebbe il preludio di una gara senza storia e invece il Bologna rientra in partita e mette anche alle corde gli avversari, andando più volte vicina al gol, cogliendo un palo con Ndoye. Cosa manca? Il gol, ancora una volta. Contro lo Shaktar un punto era arrivato nonostante i tantissimi gol sprecati, ad Anfield sarebbe impensabile solo pensarlo, e infatti al 75esimo Salah raddoppia e chiude la partita. Zirkzee non c’è più, e probabilmente anche se ci fosse stato ad Anfield il Bologna avrebbe perso lo stesso, ma alla squadra di Italiano serve disperatamente un centravanti.