Il tennista serbo non è nuovo a queste contestazioni
Pesanti critiche per un sistema alla deriva e che deve necessariamente trovare una soluzione. “È abbastanza ovvio che abbiamo un sistema che non funziona bene, se ne stanno accorgendo anche le persone che non seguono il tennis. Ci sono troppe incoerenze, troppi organi di governo coinvolti. Tutto il caso intorno a Sinner non sta aiutando per niente il nostro sport”. Questo il duro commento di Novak Djokovic – in conferenza stampa a Shanghai, dove sarò impegnato nel Masters 1000 – in merito al ricorso presentato dalla WADA (Agenzia mondiale antidoping) alla Corte Arbitrale dello Sport di Losanna dopo il proscioglimento di Jannik Sinner relativo al caso Clostebol, scagionato il 19 agosto dalla International Tennis Integrity Agency (Itia). Il tennista serbo ha poi preso le difese dell’altoatesino: “Mi pare Jannik abbia vinto tutti e tre gli appelli che ci sono stati finora, dev’essere davvero dura per lui, il suo team e la sua famiglia. È impressionante ciò che Jannik sta facendo durante tutto questo processo. Sta giocando ad un livello elevatissimo, vincendo Slam e la maggior parte delle partite che gioca. Tutta questa situazione non è positiva per il tennis, spero che questo caso si risolva il prima possibile. Qualunque cosa accada spero venga decisa nel minor tempo possibile”.
Djokovic e i dubbi di un sistema che non funzionano
Il tennista serbo non è nuovo a critiche e contestazioni mosse nei confronti dell’organizzazione gestita da Association of Tennis Professionals. Così Djokovic qualche settimana fa dava un primo parere sul caso Clostebol: “Capisco che la frustrazione dei giocatori sia dovuta alla mancanza di coerenza. Da quanto ho capito, il suo caso è stato risolto nel momento stesso in cui è stato annunciato. Penso anche che siano passati cinque o sei mesi da quando la notizia è stata portata a lui e alla sua squadra. Quindi sì, ci sono molti problemi nel sistema. Vediamo la mancanza di protocolli standardizzati e chiari, quindi posso capire i sentimenti di molti giocatori che si chiedono se vengono trattati allo stesso modo. Penso che collettivamente ci debba essere un cambiamento, e penso che sia ovvio”.
La WADA presenta ricorso: i possibili scenari
Partiamo anzitutto dal comunicato ufficiale. Come si evince, infatti, “la WADA non chiede la squalifica di alcun risultato, salvo quelli già imposto dal tribunale di primo grado”. Al tempo stesso, però, può chiedere una squalifica nei confronti dell’italiano che lo potrebbe tenere lontano dal circuito per 1 o 2 anni. Inizialmente, Sinner aveva perso solo i punti e il montepremi guadagnati a Indian Wells lo scorso marzo. Allo stato attuale e senza una risposta, il tennista altoatesino potrà scendere in campo senza alcuna restrizione. Il CAS (la corte arbitrale dello Sport) dovrà decidere se andare contro la sentenza di primo grado oppure confermarla. Una cosa è certa: i tempi per avere delle risposte non saranno immediati. Per una sentenza di secondo grado, infatti, i tempi saranno molto ampi (almeno 6 mesi). Ora, palla agli avvocati. Intanto Sinner dovrà dedicarsi solo al campo: lui potrà continuare a giocare e sicuramente i titoli conquistati in questi ultimi mesi non gli verranno revocati.