Gianni Rodari scriveva: “Il fieno è falciato, il cacciatore ha sparato, lo stinco è saltato, l’autunno è inaugurato”. E con i versi di uno dei più geniali scrittori italiani oltre all’autunno inauguriamo pure la nuova stagione di Domeniche Bestiali, anacronistico tempio di rustica maleducazione laddove invece la modernità vorrebbe imporre fighetterie e business. No, Dom Best resiste e sta con quel mematissimo ragazzo convinto che “la modernità deve finire”, in particolare sui campi di provincia, presidio da proteggere in ogni modo da lustrini o tacchetti di ferro.
PROTEGGERE, PROTEGGERE, PROTEGGERE – I poteri forti ormai non amano i campetti di provincia e Domeniche Bestiali e usano ogni mezzo per contrastarli. Un plauso perciò va espresso a chi si applica in ogni modo per difendere i campi, come Roberto Delfino, dirigente del Morevilla, squalificato “per aver impedito l’ingresso sul terreno di gioco a un giocatore avversario, adducendo come motivazione il fatto che lo stesso giocatore indossava scarpette di gioco con tacchetti in ferro e quindi avrebbe rovinato il terreno di gioco. Causa tale diatriba la partita iniziava con 15 minuti di ritardo”. Esempio positivo di sacrificio per la causa.
VAR SI’ – VAR NO – VAR-RANGIATE – Nuovi inizi, vecchie storie: c’è chi è favorevole al Var, come Josè Mourinho che durante Fenerbache-Antalyaspor ha messo il suo pc davanti alla telecamera per far rivedere un errore dell’arbitro, e chi è contrario come un tifoso della Juve Stabia che dopo l’assegnazione di un calcio di rigore contro le Vespe e a favore del Palermo si è arrampicato ed ha smontato una delle telecamere, lanciando anche oggetti in campo. Per lui sono scattati denuncia, Daspo e obbligo di firma alle conferenze di Mourinho.
MIMETISMO BESTIALE – Vuoi insultare l’arbitro che ha già cacciato fuori un tuo compagno ma non vuoi che cacci fuori anche te, cosa fai? Semplice, utilizzi il mimetismo bestiale: ti nascondi in mezzo a un gruppo di calciatori e da lì, magari pure camuffando un po’ la voce in stile Fantozzi e Filini, spari un paio di insulti all’arbitro. Risultato? Nessuno, o meglio, cinque giornate di squalifica. Le ha rimediate Davide Concilio del Carrara 90, Promozione Piemonte: “Espulso per condotta gravemente irrispettosa nei confronti dell’arbitro. Nello specifico, a seguito dell’espulsione del compagno di squadra Gueye, Il Sig. Concilio, tentando di nascondersi tra i compagni, rivolgeva all’arbitro frase irrispettosa al limite del discriminatorio. Alla notifica del provvedimento si rifiutava di uscire dal campo e veniva portato via dai compagni”. Fantozzi è lei?
MIMETISMO BESTIALE 2 – Tutto il mondo è paese in questo particolare settore. Già, perché anche in Serie C rumena capita qualcosa di simile, seppur con un’architettura migliore. Il Vointa Limpezis ha vinto sul campo per 1 a 0 contro l’Adjud, ma il risultato è stato ribaltato in 0 a 3 a tavolino. Perché? In campo c’era un giocatore che parlava spagnolo, ma risultava invece tesserato come giovane romeno, Cosmin Togan. Insospettiti, gli avversari hanno chiesto di effettuare di nuovo il riconoscimento e il ragazzo non parlava e si rifiutava di scrivere il suo nome. Hanno provato a sostenere fosse sordomuto, ma non hanno abboccato: partita persa, multa salata, sei punti di penalizzazione e blocco del mercato.
BENTORNATO DIBU – Due giornate di squalifica per il nostro eroe Dibu. Il motivo? La “replica” dei festeggiamenti post Mondiali, stavolta con la Coppa America e un colpo a una telecamera dopo il match contro la Colombia.