Economia

Giorgetti: “La manovra richiederà sacrifici a tutti, anche alle imprese. Tasseremo chi fa profitti”. Piazza Affari perde terreno

No a imposte sui non ben definiti extraprofitti, sì a maggiori tasse sui profitti realizzati dalle imprese attive nei settori che beneficiano di circostanze di mercato particolarmente favorevoli. Ad aprire all’ipotesi è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che in un’intervista preregistrata per l’evento Future of Finance di Bloomberg ha ribadito che la manovra “richiederà sacrifici“, parola che aveva già utilizzato presentando il Piano strutturale di bilancio alle parti sociali, e che “tutti” saranno chiamati a farli. È bastato questo per far perdere di colpo terreno alla Borsa di Milano – già appesantita dai cali di Stellantis e Saipem – che ha chiuso a -1,5%. E per provocare agitazioni nella maggioranza, con Forza Italia che si affretta a far sapere di essere “sempre stata e rimanere contraria ad innalzare la tassazione in Italia”.

Alla domanda su una eventuale tassa o “contributo” sugli extraprofitti come quello che il governo starebbe negoziando con le banche, Giorgetti ha risposto in maniera non chiara: “Le aziende non fanno beneficenza. I contributi volontari non esistono. Questo vuol dire andare a tassare gli extraprofitti? È un termine per me scorretto. È andare a tassare i profitti di chi li ha fatti e i redditi di chi li ha fatti. Sarà uno sforzo che l’intero Paese deve sostenere, privati ma anche piccole, medie e grandi aziende. E soprattutto la pubblica amministrazione che sarà chiamata a essere molto più performante e produttiva con spese inferiori”.

In concreto? “Non ci sarà la replica della narrativa sugli extraprofitti bancari”, andata a finire con una tassa così depotenziata che non l’ha pagata nessuno. “In quel momento le banche facevano extraprofitti. Con tutte queste guerre si potrebbe dire “chi produce armi va particolarmente bene”… Siccome siamo in un Paese chiamato a mettere a posto i propri conti, come dice l‘articolo 53 della Costituzione tutti siamo chiamati a concorrere. Ci sarà una chiamata di contribuzione per tutti, ragionata e razionale”. Poco importa se flat tax, condoni – l’ultimo è appena stato apparecchiato – e l’intera fisionomia dell’attuale sistema fiscale pieno di regimi agevolati per singole categorie stridono con il dettato costituzionale secondo cui “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva“. In serata il Mef ha precisato che “si chiederà uno sforzo alle imprese più grandi che operano in determinati settori in cui l’utile ha beneficiato in qualche modo di condizioni favorevoli esterne affinché contribuiscano con modalità sulle quali è in corso un confronto” e che non si parla di aumenti di tasse per gli “individui”.

Il ministro ha anche detto che sta pianificando un’ulteriore vendita della quota di Mps entro la fine dell’anno. Il titolo dell’istituto ha ceduto il 2,8%, la peggiore del listino però è stata Diasorin a -4,05%, seguita da Stellantis in ribasso del 4 per cento. Secondo il capogruppo democratico in commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, “il ministro Giorgetti sta creando un clima di forte incertezza nel Paese. Mai prima d’ora avevamo assistito a una serie così contrastante di dichiarazioni riguardo alla manovra economica, con continui cambi di rotta e annunci confusi su nuove tasse. Questa situazione non solo genera preoccupazione tra i cittadini, ma ha già avuto ripercussioni negative sui mercati, come dimostrano gli effetti registrati in Borsa.”

Durante il cdm di ieri, stando a indiscrezioni, la premier Giorgia Meloni e Giorgetti hanno chiesto agli altri ministri di tagliare le spese il più possibile perché altrimenti, ha ripetuto il ministro dell’Economia, toccheranno a tutti “tagli lineari”. Dalla nuova spending review dovrebbero essere salvaguardati gli enti locali, ma i dicasteri sono chiamati a ridurre “sprechi” e “inefficienze”. “Volete aumentare le tasse o tagliare le spese? Meglio tagliare le spese…”, avrebbe sintetizzato Giorgetti. A metà luglio, esemplifica l’Ansa, al ministero della Giustizia davanti a una richiesta di tre frigobar (per circa 500 euro) si è autorizzato l’acquisto di uno soltanto.