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“Il suicidio di mio figlio? E’ stato il più grande errore della mia vita, non sono riuscito a fermarlo”: il dolore di Kabir Bedi

Il 78enne attore indiano, interprete del celebre pirata della Malesia che nel 1976 incollò davanti alla tv decine di milioni di italiani, ha presentato a Torino il suo ultimo film, Questione di stoffa

“Non vedo l’ora di vedere il remake di Sandokan”. Parola di Kabir Bedi. Il 78enne attore indiano, interprete del celebre pirata della Malesia che nel 1976 incollò davanti alla tv decine di milioni di italiani, ha presentato a Torino il suo ultimo film, Questione di stoffa, che andrà in onda su Rai1 il 10 novembre. Bedi ha così voluto ricordare che non ha alcun pregiudizio verso il remake di Sandokan con Can Yaman protagonista e Alessandro Preziosi nei panni di Yanez. “Sarà bello vedere come riusciranno a interpretare, in chiave moderna, le emozioni della versione originale”, ha spiegato con grande educazione Bedi.

L’attore indiano ha poi legato il tema del film presentato al Prix Italia di Torino con un messaggio pacifista che l’ha sempre contraddistinto: “È una storia di indiani e italiani ed è una storia perfetta per trasmettere il messaggio che la collaborazione e la cooperazione sono meglio del conflitto e che tutti abbiamo qualcosa da imparare dagli altri. Specialmente in questo tempo dove c’è la guerra in Europa e in Medio Oriente e anche in altre parti del mondo, dobbiamo trovare il modo di risolvere questi conflitti perché la guerra crea solo sofferenza e dolore, fa morire le persone, distrugge la società”. Bedi, infine, ha sottolineato nuovamente il dolore e il rimpianto per il suicidio del figlio a 25 anni avvenuto nel 1997: “E’ stato il mio più grande errore nella vita perché non sono riuscito a capirlo e fermarlo prima che compisse quel gesto”.