La versione ufficiale sulla causa della morte diffusa da Buckingham Palace l’8 settembre 2022 recava la dicitura: “vecchiaia”. Elisabetta II si è spenta a Balmoral, in Scozia, all’età di 96 anni circondata dall’affetto dei suoi cari e con accanto la figlia, principessa Anna. Oggi, l’ex primo ministro Boris Johnson, mette nero su bianco ciò che voci incontrollate avevano già ampiamente diffuso ma che nessuno prima d’ora aveva osato dire apertamente.
La regina avrebbe sofferto di un cancro alle ossa. Nel libro Unleashed, che sarà pubblicato il prossimo 10 ottobre, Johnson spiega che “Sapeva da almeno un anno che la sovrana aveva una forma di cancro alle ossa e i suoi medici erano preoccupati che in qualsiasi momento potesse avere un declino forte”. Parole che spaccano i timpani ad un paese abituato a rispettare con il silenzio i dettagli sullo stato di salute dei membri della corona, in particolare dell’ex compianta regina che non ha mai condiviso nulla pubblicamente che non fosse regolamentato dal rigido protocollo osservato per tutta la sua vita. Oggi, rompendo ogni regola, Bojo svelerebbe il segreto del progressivo deterioramento delle condizioni della sovrana che lui stesso incontrò a pochi giorni dalla sua morte avvenuta, per sua precisa volontà, nell’amato castello di Balmoral. L’ultima volta che lui la incontrò fu proprio due giorni prima della sua morte, il 6 settembre: in quella occasione le consegnò le dimissioni da capo del governo dopo aver guidato il paese dal dicembre del 2019.
All’epoca, a riceverlo sulla soglia del castello di pietre grigie immerso nel verde delle campagne dell’Aberdeenshire, fu il segretario privato di Elisabetta II, Edward Young. Fu lui a confermare a Johnson che la sovrana era “molto peggiorata durante l’estate”. Fu infatti in maggio, in occasione della sua presenza al Chelsea Flower Show che la regina si presentò seduta su una buggy perchè impossibilitata a camminare. E due giorni prima di morire Elisabetta II aveva ricevuto la nuova (brevissima) primo ministro, Liz Truss. Le foto diffuse sull’incontro avevano mostrato al mondo ciò che Johnson ha descritto nel suo libro. “Sembrava pallida e più china e aveva lividi scuri sulle mani e sui polsi, probabilmente dovuti a gocce o iniezioni”.
E quelle mani smunte ed annerite dai lividi non erano sfuggite alo sguardo di nessuno, lasciando immaginare che la fine fosse vicina. “Ma la sua mente – ha poi aggiunto Johnson – era lucida, completamente libera dalla malattia e di tanto in tanto, durante la nostra conversazione, sfoggiava ancora quel grande sorriso bianco nella sua improvvisa bellezza che risollevava l’umore”. Nel libro sono indicate anche le impressioni che l’ex primo ministro aveva raccolto nel corso degli anni, quando era chiamato in udienza con la sovrana, che di fatto è il capo dello stato e per questo il primo ministro è chiamato a riferire settimanalmente sullo stato delle cose. “Era un privilegio – ha scritto Johnson – irradiava una tale etica del servizio, della pazienza e della leadership che sentivi davvero che saresti morto per lei, se necessario”. “Questo può sembrare assurdo per alcuni (e del tutto ovvio per molti altri), ma questa lealtà, per quanto possa sembrare primitiva, è ancora al centrale nostro sistema”, ha concluso.
La Regina, come noto, diversamente da quando scelto da suo figlio re Carlo III e dalla principessa del Galles, che hanno condiviso con il pubblico le loro diagnosi di cancro ricevute all’inizio di quest’anno, non ha mai parlato apertamente delle sue condizioni di salute. Oggi i tempi sembrano essere cambiati, fatto sta che, caso del destino, questa sera Boris Johnson era atteso su Bbc One per una intervista, la prima importante dopo le sue dimissioni, con Laura Kuenssberg. In mattinata, all’ultimo minuto, il programma è stato cancellato spiegando che la giornalista (di lunga esperienza) avrebbe fatto una gaffe condividendo con Bojo i dettagli del confronto. Nonostante molti colleghi si siano offerti di sostituirla, la rete ammiraglia non ha fatto alcun passo indietro. Una coincidenza, piuttosto bizzarra per quanto assolutamente casuale.