Dall’opposizione e fino agli ultimi giorni di campagna elettorale prima delle Politiche prometteva con tanto di video virali di eliminare le accise, appena arrivata al governo ha fatto dietrofront e non ha nemmeno rinnovato il taglio introdotto lo scorso marzo dal precedente esecutivo. Ora, stando al Piano strutturale di bilancio, si appresta ad alzare quelle sul gasolio allineandole a quelle della benzina. Il conto per gli automobilisti, secondo le associazioni dei consumatori, sarà di 3 miliardi. A fronte di esborsi per accise e Iva che nel 2023 hanno toccato i 38,1 miliardi, il 22,7% in più rispetto all’anno prima. L’impatto politico per Giorgia Meloni potrebbe essere pesante: non a caso il ministero dell’Economia si è affrettato a precisare che “l’intervento non si tradurrà nella scelta semplicistica dell’innalzamento delle accise sul gasolio al livello di quelle della benzina, bensì in una rimodulazione delle due”. I contenuti del piano che delinea i tagli di spesa da fare nei prossimi sette anni e fa da cornice alla prossima manovra (con sacrifici per tutti”, come annunciato dal titolare del Mef Giancarlo Giorgetti) sono noti da qualche giorno ma giovedì le opposizioni hanno deciso di affondare il colpo.

La segretaria del Pd Elly Schlein tira in ballo il video del 2019 in cui Meloni dal benzinaio spiegava il funzionamento delle accise sui carburanti dicendo: “Noi pretendiamo che vengano progressivamente abolite“. Ora, attacca, “da Palazzo Chigi spieghi in modo altrettanto didascalico il motivo per cui ha deciso di aumentare quelle stesse accise per fare cassa sulle tasche delle famiglie e delle imprese italiane. Ha deciso di prelevare 3 miliardi di euro in più dai portafogli di chi possiede un’auto diesel e dal settore dell’autotrasporto. Il tutto mentre i treni sono nel caos e il governo non ha messo risorse sul trasporto pubblico locale e sulla mobilità sostenibile. Dato che saranno gli italiani a metterci i soldi, lei almeno ci metta la faccia e spieghi al Paese la tassa Meloni”.

Per la capogruppo M5s in commissione Industria, Commercio e Agricoltura al Senato Sabrina Licheri “il voltafaccia di Meloni sulle accise dei carburanti è la prova provata delle balle raccontate dalla presidente del Consiglio durante la campagna elettorale” e “Meloni non è un Robin Hood al contrario: ormai sembra più lo sceriffo di Nottingham, che era solito tartassare i più deboli. Tagli alla pensioni, redditi ai minimi storici, tagli alla sanità, addio al mercato tutelato delle bollette con aumenti per i più fragili, zero aiuti sul caro-affitti e ora accise sui carburanti più alti”. Nicola Fratoianni di Avs in un video pubblicato sui social sottolinea che i 3 miliardi di maggior gettito atteso “li potevano prendere da tutte le parti a cominciare dagli extraprofitti giganteschi sviluppati dalle compagnie energetiche o dall’industria farmaceutica o dall’industria delle armi o dalle banche. E invece no, fanno una nuova tassa ma come sempre la tassa sbagliata. Non inventano mai una tassa su chi ha guadagnato troppo invece li prenderanno da te che tutte le mattine sei obbligato a fare il pieno perché non hai alternative, perché devi andare a lavorare e non c’è il trasporto pubblico”.

Il Tesoro si schiera in difesa definendo “del tutto fuorviante la notizia secondo la quale il Governo intende aumentare le accise sui carburanti”. Ma subito dopo conferma che “sulla base degli impegni PNRR, delle Raccomandazioni specifiche della Commissione europea e del Piano per la transizione ecologica approvato nel 2022, il Governo è tenuto ad adottare misure volte a ridurre i sussidi ambientali dannosi (Sad)” tra cui “le minori accise che gravano sul gasolio rispetto a quelle sulla benzina, e pertanto è allo studio un meccanismo di allineamento tra i livelli delle rispettive accise”.

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