Sono state rese note le motivazioni della sentenza del giudice monocratico Bossi
Lo scorso luglio Morgan è stato assolto per non aver diffamato il collega Bugo, durante l’ormai celebre fuori programma sul palco del Festival di Sanremo 2020, quando la coppia scoppiò letteralmente in diretta nazionale con un Amadeus attonito. Perentorio il giudice del Tribunale di Imperia, Marta Bossi, che ha spiegato di aver assolto l’artista “perché il fatto non sussiste”. Tra gli insulti contestati rivolti da Morgan a Bugo “figlio di puttana”, “dilettante”, “mentecatto”, “massacratore e stupratore della canzone” e “terrorista”.
“Le espressioni utilizzate da Morgan nel corso delle interviste – si legge nella sentenza del giudice monocratico Marta Maria Bossi e riportata su La Stampa – sebbene abbiano visto l’utilizzo di termini anche aspri e sicuramente eccessivamente coloriti, non appaiono senz’altro gratuite, poiché utilizzate nella prospettiva di argomentare e giustificare i fatti che hanno portato all’esclusione della coppia dal Festival di Sanremo 2020”.
Tra le pagine della sentenza è specificato quando esattamente i rapporti tra i due hanno iniziato ad incrinarsi: “L’affronto più grave per l’imputato Morgan era accaduto durante la serata delle cover, quando Bugatti aveva eseguito il brano di Sergio Endrigo in maniera differente da quanto concordato. È proprio in seguito a tali accadimenti che era esplosa la lite tra Bugo e Morgan dietro il palco prima dell’esibizione del brani ‘Sincero’ quando Morgan aveva rivolto a Bugo in sua presenza l’epiteto ‘figlio di puttana’. Non è integrata al fattispecie di reato in contestazione, attestato che l’epiteto è stato pronunciato in presenza della persona offesa e il Castoldi nel corso delle interiste e sempre su stesa richiesta degli intervistatori si è limitato alla mera narrazione dell’episodio ingiurioso pregresso descrivendolo per come realmente accaduto”.
Poi la sentenza entra nel merito dell’assoluzione: “Morgan ha fornito la propria versione dei fatti esprimendosi in senso di critica artistico-musicale avendo la competenza ed esperienza per farlo in veste di cantautore musicista, scrittore, esperto della materia, uomo di spettacolo e soprattuto diretto interessante. È vero , tra i vocaboli incriminati, taluni possono risultare aspri e al limite della continenza, ma si tratta talvolta di iperbole, di figure retoriche che, alla luce del contesto attuale e dialettico in cui si collocano paiono pertinenti non offensive in modo gratuito e comunque proporzionate ai fatti narrati”.