di Brenda Ferretti*

Quella dei polli nella filiera di Lidl è una vita fatta di sofferenza e il colosso dei discount non accenna a volerla migliorare. Dopo due anni dall’inizio della campagna internazionale #LidlChickenScandal, ci troviamo ancora una volta a dover diffondere immagini sconcertanti raccolte in un allevamento di un fornitore della catena di supermercati Lidl, questa volta situato in Emilia-Romagna.

I filmati mostrano maltrattamenti durante tutte le fasi di vita dei polli: dallo scarico dei pulcini in allevamento che avviene senza cura come se gli animali fossero oggetti, fino al carico violento nei cassoni diretti al macello e l’abbattimento di quelli che sono considerati “scarti” di produzione. Gli animali malati o troppo deperiti vengono presi per la testa e fatti roteare per essere uccisi, ma la rottura del collo non avviene in maniera corretta e gli animali finiscono per subire stress e sofferenze aggiuntive.

Molti di loro sembrano infatti ancora coscienti mentre vengono gettati nei cassoni, sbattono le ali e tentano la fuga, inutilmente. Sarebbe facile dare la responsabilità di tutto questo soltanto agli operatori, ma non è chiaro se siano stati formati adeguatamente e, soprattutto, se ci sia abbastanza tempo per seguire le corrette procedure visti i ritmi di lavoro così serrati.

Salta sicuramente agli occhi il numero elevato di animali “scartati” a fine ciclo, una delle conseguenze della selezione genetica delle razze a rapido accrescimento, che spesso causa a questi animali enormi problemi nello sviluppo e nella crescita. E infine qualcosa a cui in Italia siamo tristemente abituati: l’uso preoccupante di antibiotici, usati generalmente per trattamenti preventivi di gruppo — quindi anche su animali che potrebbero essere sani — in violazione della normativa europea.

Sono milioni i polli coinvolti nella filiera di Lidl Italia, ma da due anni la catena di supermercati ignora le richieste di Essere Animali e si rifiuta di impegnarsi a sottoscrivere lo European Chicken Commitment, una garanzia per l’azienda stessa e per i consumatori, di standard minimi più adeguati.

Quanti polli dovranno ancora vivere in condizioni simili a quelle documentate in queste immagini, come in tantissime altre investigazioni in tutta Europa, prima che Lidl decida di fare di più? È fondamentale che vengano intraprese azioni concrete per garantire a questi animali condizioni migliori e noi forniamo da tempo queste soluzioni.

Aiutaci a fermare la sofferenza dei polli Lidl, firma anche tu la petizione.

*campaigns manager di Essere Animali

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