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“Non sapevo se le tette fossero una cosa bella. Avevo sei anni, volevo solo nuotare in piscina, ma era piena di donne”: parla una delle vittime di Puff Daddy

Il New York Post ha scovato una testimonianza che è pronta a giurare di aver avuto sei anni quando è entrato in contatto con l'orrendo mondo del produttore

Ormai ogni giorno che passa si intensificazioni le indiscrezioni relative a chi ha partecipato agli ormai famosi “White Party” di Puff Daddy, ancora in carcere per presunto traffico sessuale e che è in attesa di comparire in tribunale il 9 ottobre. L’ultima notizia è relativa al fatto che sono emerse 120 testimonianze (60 uomini e 60 donne) pronte a cadere tra capo e collo dell’indagato. Tra questi c’è chi sostiene fosse minorenne al momento del “fattaccio”. Si era parlato di una “vittima” di nove anni, ma il New York Post ha scovato una testimonianza che è pronta a giurare di aver avuto sei anni quando è entrato in contatto con l’orrendo mondo di Daddy.

Justin Litovsky, oggi 30enne, ha dichiarato di essersi recato ad un “barbecue pomeridiano” con il magnate dell’hip hop. Ma le scene che si è ritrovato davanti erano tutt’altro che spensierate per un bimbo della sua età. “Ricordo un sacco di erba e un mucchio di donne in topless in piscina – ha dichiarato – e intorno alla piscina. Io volevo solo nuotare. Non sapevo se le tette fossero una cosa buona o una cosa cattiva. Ma speravo di tuffarmi”.

La madre di Litovsky, ha aggiunto: “C’erano bottiglie ovunque e donne nude. Non ero sicura se fosse appropriato o normale. Mi chiedevo come mai i bambini fossero ammessi alla festa. Ce ne siamo andati via alle 21.30, dopo aver trascorso il pomeriggio evitando il fumo di marijuana e le donne in topless”.

Gli ormai tristemente famosi “White Party” erano pieni di liste con ospiti illustri tra cui Jay-Z, Jennifer Lopez, Billy Zane e Sarah Jessica Parker. In eventi successivi, Sean “Diddy” Combs avrebbe introdotto un “coprifuoco per bambini”. Il magnate Elon Musk ha chiesto su X: “Possibile che nessuno di questi sapesse cosa accadeva?”. Ed è l’interrogativo che si cercherà di chiarire in tribunale.

Daddy è stato rinchiuso nel Metropolitan Detention Center di Brooklyn da quando, il 17 settembre, si è dichiarato non colpevole di fronte alle accuse federali di aver usato il suo “potere e prestigio” per indurre vittime di sesso femminile a esibizioni sessuali sotto l’effetto di droghe con escort maschili in eventi soprannominati “Freak Offs”. Il suo avvocato ha detto che è innocente e che combatterà per riabilitare il suo nome.