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“Crisi dei ristoranti a Milano perché sono troppi con costi esagerati e menù tutti uguali. Braschi apre in Duomo? Potrà crescere”: parla il critico Visintin

Una città satura di locali con costi esagerati e da qui la crisi del settore nella capitale lombarda. Intanto il vincitore di Masterchef 6 sbarca con un ristorante in centro

L’ex vincitore della sesta edizione di MasterChef Italia, Valerio Braschi, ha compiuto un altro passo professionale in avanti. Dopo aver chiuso la sua esperienza con il socio Edoardo Maggiori (pizzicato da Le Iene perché diceva di servire carne di struzzo e invece era carne di agnello) con il ristorante Vibe di Milano, si sposterà al ristorante in Galleria Vittorio Emanuele II per diventare il diretto concorrente di Carlo Cracco. Il critico del Corriere della Sera Valerio Visintin non era stato molto benevolo con lo chef quando ha recensito il Vibe da “locale arredato in modo frettoloso” a “menù a volte prevedibile, a volte semplicemente insufficiente”.

Sulla nuova esperienza lavorativa di Braschi in Duomo ha spiegato a MowMag: “Dietro a questa iniziativa c’è un gruppo molto forte, Glamour Group. Quindi il proprietario non sarebbe lo chef. Non essendo il proprietario, sarà più tutelato, anche perché di questo gruppo fanno parte tantissimi ristoranti e alberghi, è molto solido e può anche avere la possibilità di scommettere su un giovane come Braschi. Non era così nell’altro ristorante, parlo di Vibe, dove la sala era vuota”.

In merito al nuovo menù che Braschi potrebbe proporre al nuovo ristorante Visintin ha raccontato: “Fanno tutti le stesse cose, metà cucina milanese e metà cucina romana (ormai trovi i piatti della Capitale anche in Trentino, ovunque). Quindi non so. In più non do mai consigli agli chef, mi limito semmai a giudicare il loro lavoro. L’unico consiglio che potrei dare è di tener conto del cliente, che va sempre tutelato e coccolato. Una cosa che non mi sembra accadesse da Vibe. Stiamo anche parlando di un ragazzo giovanissimo che avrà davanti a sé tantissime esperienze e magari la possibilità di diventare, perché no, un bravissimo cuoco”.

Visintin ha raccontato come a Milano per i ristoratori la vita sia tutt’altro che facile: “Ci sono troppi locali, moltissimi falliscono o vengono spazzati dalle rivoluzioni urbanistiche, spesso sostenute da fondi di cui non conosciamo esattamente i connotati. Tanti ristoranti chiudono e tanti aprono, quindi hanno una prospettiva tendenzialmente brevissima, cinque anni al massimo (anche se non lo auguro a Mariola ovviamente). Però è già una città satura. Poi i costi in aumento ora. Penso agli affitti. Poi c’è anche una facilità al disamoramento dei milanesi. Anche strutture che avevano aperto sulla scorta di un successo social, per esempio su TikTok, ora sono meno frequentati e non dovremmo stupirci se magari fra qualche mese chiudessero”.