La chiamano “cocaina rosa” o Tusibi (dalla sigla inglese 2CB). Secondo l’Osservatorio francese delle droghe e delle dipendenze, questa sostanza di cocaina non ne contiene; piuttosto, si tratta di una miscela sintetica di ketamina, mdma (conosciuta come ecstasy) caffeina; di volta in volta si possono aggiungere aromi, ad esempio alla banana o alla fragola. E da qui il colore rosa e il gusto che rimanda alla frutta. Un sequestro ingente di droghe sintetiche – per la Spagna il più importante nella storia della lotta a questo stile di narcotraffico – è avvenuto ad Ibiza il 5 settembre scorso, dove la Guardia Civil ha messo le mani su 300 chili di ecstasy, 212 chili di ketamina e 21 chili di “cocaina rosa”.
L’operazione è stata chiamata Adriatic, ci sono stati otto arresti, di cui uno a Malaga e sette nell’isola. Dalla Spagna di nuovo alla Francia, dove l’Osservatorio ha lanciato l’allarme sugli effetti nefasti della “cocaina rosa”; venduta 100 euro a dose, la sostanza sintetica può provocare “ansia, pensieri suicidi, perdita di coscienza o overdose letale. La ketamina può anche causare violenti effetti dissociativi, in alcuni casi, e difficoltà respiratorie. Effetti collaterali che possono essere tanto più pericolosi in quanto il consumatore non necessariamente sa cosa sta consumando, pensando di aver acquistato cocaina”.
L’allarme è recente, soprattutto in Europa, ma la storia della “cocaina rosa” è vecchia: la sua sintesi è attribuita ad Alexander Shulgin, un biochimico americano, che la realizzò nel 1974. Nel 2010, in Colombia, ne circola per la prima volta una versione più “moderna”; piace perché è una droga “da festa” dove viene chiamata “cocaina rosada”, ma anche “Venus” o “Eros”. Nel 2022 il media Vice ha raccolto il parere di Julian Quintero, sociologo e ricercatore del Social Technical Action, organizzazione non governativa colombiana che si occupa di studiare l’evoluzione del traffico di stupefacenti: “I migliori locali e le prostitute da milioni di pesos alle feste più sfarzose non sono nelle mani dei tradizionali ‘patron’ del traffico di droga, ma di giovani che hanno imparato a cucinare il tusi nelle loro cucine”.
Dal Sudamerica all’Europa, il passo è breve. Nel 2022, le Nazioni Unite pubblicano un dossier dal titolo “Tuci, ‘happy water’, k-powdered milk – is the illecit market for ketamine expanding?”. La domanda oggi sembra retorica. Nel rapporto si fa menzione della “cocaina rosa” che è entrata nel mercato inglese, in Austria e Svizzera. In Italia, la Guardia di Finanza di Varese ha effettuato diversi sequestri nello scalo di Malpensa: la droga sintetica era trasportata da “muli”, corrieri che avevano ingerito gli ovuli. Il prezzo lievita parecchio, si arriva anche a 350/400 euro a dose e vede una saldatura tra gli interessi dei narcos colombiani e della mafia cinese.
Più in generale, come ha scritto Jim Crotty (professore associato della School of Public Affairs dell’American University, ex funzionario della Drug Enforcement Administration e membro della Global Initiative Against Transnational Organized Crime.) in un articolo per The Hill, la questione non riguarda solo la “cocaina rosa” ma in generale l’assalto sul mercato delle droghe sintetiche che lui definisce una “rivoluzione globale”.
Il Regno Unito è alle prese con un’ondata di nitazene: la National Crime Agency ha segnalato a fine maggio 170 decessi collegati a questa sostanza, più di 50 solo in Scozia che ha il maggior tasso di decessi per stupefacenti in Europa. In Africa, particolarmente in Sierra Leone, l’allarme riguarda il Kush: si tratta di un mix di acetone, l’oppioide tramadolo e formalina, una sostanza chimica comunemente usata per conservare i corpi negli obitori. A buon mercato, il Kush ha devastato una generazione di giovani senza lavoro e senza prospettive, se non quella della povertà.
Prima di tutto questo c’era stato il Captagon, che ha un gran successo in Medio Oriente: con laboratori in Libano e Siria, il Captagon è stato usato e sponsorizzato dagli estremisti islamici dell’Isis durante la conquista di quello che definirono Stato Islamico (regioni siriane e irachene). “Le droghe sintetiche non sono più un problema esclusivamente americano. Ci sono paesi che hanno un problema di droghe sintetiche e altri che non se ne rendono ancora conto”, scrive Crotty. Trafficanti e pusher promettono che il mondo sarà uno sballo: al sapore di fragola.