“Un pacchetto di cioccolatini non può costare più di un’ora del mio lavoro. È vergognoso”. Da 36 anni Marina confeziona i cioccolatini della Ferrero. Ovetti Kinder, Mon Cheri, Raffaello. Lo fa insieme ad altre 200 colleghe della Proteco srl, una società che lavora in appalto per la multinazionale dolciaria. Cinque euro netti all’ora. Eppure per lei, nata e cresciuta nelle Langhe, Ferrero è sempre stato “un gigante buono”. Ma oggi non è più così. “Perché permette lo sfruttamento affidandosi a queste cooperative alle quali dà i servizi in appalto”. E così, insieme alle sue colleghe, ha scelto di scioperare e di andare a urlare la sua rabbia di fronte alla sede della Ferrero ad Alba. “Appalti Ferrero, trent’anni di lavoro sottopagato” c’è scritto sullo striscione tenuto in mano dalle donne sotto la pioggia. Insieme a loro ci sono i sindacalisti dell’Unione Sindacale di Base: “Chiediamo l’applicazione del contratto dell’industria agroalimentare – conclude Vincenzo Lauricello, dell’Usb – che è quello corretto per la mansione svolta”.
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