Il vento di Catalogna spira sul mercato dell’auto e spinge Cupra, il marchio spagnolo del gruppo Volkswagen. Spira sul nuovo suv Terramar, forse l’ultimo nuovo modello ad alimentazione tradizionale del costruttore e con il quale viene confermata la scelta di puntare sui toponimi iberici per la denominazione. si chiama Terramar il circuito presso il quale si può anche guidare in pista e si chiama Terramar l’hotel che ospita i giornalisti chiamati a provare l’auto da 4,52 metri di lunghezza e 1.750 kg di peso (nella versione a benzina) nei dintorni di Barcellona.

Cupra non è un marchio premium, non ancora almeno, ma alcuni dei suoi clienti lo percepiscono come tale, tanto che (forse anche per via della difficile congiuntura economica) sfila clienti a Bmw e Volvo. Questo modello ha un design un po’ più “convenzionale” rispetto ad altri in gamma (pure a confronto della prossima compatta elettrica Raval), ma le linee restano distintive e decisive.

L’offerta è integrata di serie da sospensioni sportive e sterzo progressivo che la rendono piacevole da guidare, anche perché rispetto all’architettura sulla quale nasce (MQB Evo) ha un assetto ribassato di 10 millimetri. Dispone pure del controllo dinamico dell’assetto (DCC) oltre che del solito armamentario di equipaggiamenti di assistenza e sicurezza. Il costruttore sottolinea la presenza di Adaptive Cruise Control con funzione predittiva (ACC), Travel Assist, Side and Exit Assist, Emergency Assist e sistema di riconoscimento della stanchezza.

Facile da guidare e anche parecchio scattante nella sua declinazione a trazione integrale 4Drive da 265 Cv e 400 Nm di coppia che monta il duemila TSI a quattro cilindri, che schizza da 0 a 100 in 5,9” e che supera i 240 orari di velocità massima. I consumi dichiarati sono compresi fra 8,4 e 8,8 l/100 km, mentre quelli rilevati dopo oltre 110 chilometri di guida decisamente “allegra” sono di 10,4. Per essere un suv, assicura piacevoli sensazioni, che si possono anche regolare in base alle impostazioni di guida, rendendo più rigida la risposta di sterzo e sospensioni. Si fa apprezzare anche la risposta della trasmissione automatica a doppia frizione DSG a 7 rapporti.

È spaziosa dentro l’abitacolo con un bagagliaio che con i sedili della seconda fila spostati in avanti offre 642 litri di capacità (490 per la plug-in). Gli inserti ramati caratterizzano gli interni, così come i materiali non banali, anche morbidi, oltre che sostenibili. Il cruscotto digitale e lo schermo centrale da 12.9” (non invasivo) sono funzionali: il secondo, sul quale vengono proiettate le indicazioni per le manovre, è anche necessario, viste le dimensioni decisamente ridotte del lunotto posteriore.

La proposta italiana della Cupra Terramar include anche due modelli elettrificati. Quello di accesso è il mild hybrid con trasmissione automatica a doppia frizione DSG con Start&Stop da 150 Cv e 250 Nm di coppia basata sul TSI da 1.5 litri. L’altra, la top di gamma, è la e-Hybrid da 272 Cv e 400 Nm che integra il medesimo millecinque con l’unità elettrica da 116 Cv, con la batteria da 19,7 kWh netti e con il cambio DSG a 6 rapporti.

Il lancio è accompagnato dalla commercializzazione della serie limitata “America’s Cup”, la competizione velica riservata a imbarcazioni “fuoriserie” in corso a Barcellona e di cui Cupra è sponsor. Si tratta di 1.337 esemplari con carrozzeria in tinta Enceladus Grey Matt e, tra le altre cose, cerchi in lega da 20” Vortex Sport Black a listino solo come VZ, ossia con le unità più potenti da 57.000 e 59.550 euro. La Cupra Terramar da 150 Cv si può avere a partire da 42.250 euro. Per le altre due motorizzazioni ne occorrono 53.700 o 56.250.

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