Messo alle strette perché la Regione Campania non ha finanziato l’appalto della pubblica illuminazione pilotato verso la Dervit, consapevole che senza quei soldi salterebbero anche i pagamenti alla ditta di famiglia ‘Alfieri Impianti’ (la tangente fatturata come subappalto), Franco Alfieri si fa venire un’idea: drenare risorse su Dervit attraverso un’altra cosa, una perizia di variante, un adeguamento di un altro lavoro, con gli avanzi del bilancio comunale.
Lo dicono le intercettazioni del sindaco Pd di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, in carcere da ieri su richiesta della Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli. Alfieri è accusato di corruzione e turbativa d’asta. I suoi uffici erano imbottiti di cimici, che non si sono perse una parola del progetto escogitato dal sindaco, molto fiero dell’idea: “Accuminciamu, accuminciamu…. Male che vada finanziamo solo l’ampliamento… sai cosa faccio… Poiché non sono usciti i soldi… la gara l’abbiamo fatta, l’efficientamento lo facciamo in tre anni con fondi di bilancio, cinquecento subito e cinquecento all’anno (…) con me si dorme a quattro guanciali perché quando nacque il diavolo io già tenevo la coda”. È il 30 ottobre 2023 e queste sono le indicazioni impartite all’ingegnere Carmine Greco, dirigente comunale della Pubblica illuminazione e Rup delle gare truccate, da ieri ai domiciliari insieme al management Dervit, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria. Greco che poco prima aveva messo le mani avanti: “Le carte (alla Regione, ndr) le abbiamo mandate”.
Il giudice per le indagini preliminari di Salerno Valeria Campanile scrive nell’ordinanza che la sussistenza dei reati per i quali è stato arrestato Franco Alfieri “emerge anche soltanto dall’analisi dei documenti e del materiale posto in sequestro ed è corroborata dalle emergenze dell’attività intercettiva, che evidenzia il contesto criminale in cui le condotte sono state perpetrate, le collusioni, le finalità più ampie”.
Ma senza intercettazioni si perderebbero i dettagli. Eccone una che risale a novembre successivo. Gli inquirenti della Guardia di Finanza la sintetizzano così: “Alfieri dice a Campanile che bisognerebbe fare una rotonda sulla strada per Capaccio paese. Parla con Campanile (il suo staffista, anche lui da ieri ai domiciliari, ndr) dicendogli di chiedere all’ingegnere Greco circa la possibilità di effettuare una perizia suppletiva di variante fino al 50% dell’importo contrattuale in modo tale che ‘piglia i soldi e mi paga’. In più, specifica che il pagamento della predetta perizia avverrà solo in caso di esito positivo. Infine Alfieri, Campanile e D’ Angelo esprimono commenti sull’ing. Greco, definendolo un “figlio di buona mamma”.
Ed infatti la variante ci sarà. Approvata dalla giunta comunale il 9 novembre 2023, “comportando per la Dervit spa un maggior importo corrispondente ad € 160.692,26”. Anche gli atti relativi alla perizia – come sarebbe provato dall’analisi dei file rinvenuti sui pc perquisiti a gennaio scorso – sono stati redatti da Dervit e non dall’ingegnere Greco. In violazione palese del codice degli appalti. Ma quando si trattava di gare da far vincere e di lavori da far svolgere a Dervit, questa era la prassi.
Alfieri, intanto, è stato sospeso dalla carica di sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno su disposizione del prefetto di Salerno, Francesco Esposito.
Aggiornamento redazione web ore 16.29