“Credo nel rispetto” era uno dei tanti corsi destinati agli studenti dell’istituto intitolato al giudice Giovanni Falcone, nel quartiere Zen di Palermo. Ma anche quando gli alunni hanno disertato le lezioni, gli insegnati – per non perdere i fondi europei per l’istruzione – avrebbero falsificato i registri di firma attestando la loro presenza. Secondo gli inquirenti, è la stessa preside Lo Verde, ad ammettere “la prassi delle firme false” durante l’interrogatorio del settembre 2023.

Decine di corsi, tra febbraio 2019 ad ottobre 2022, hanno permesso all’istituto di incassare fondi sociali europei (Fse) e fondi di riserva (Fdr) destinati all’istruzione per oltre 100 mila euro, finendo però sotto la lente della procura Europea di Palermo, guidata dai magistrati Gery Ferrara e Amelia Luise. Oggi, i carabinieri palermitani hanno eseguito 11 provvedimenti di sequestro di conti correnti, per un totale di circa 20 mila euro, nell’inchiesta che vede coinvolte 15 persone con l’accusa di falso, truffa e induzione indebita.

Al centro dell’inchiesta ci sono nuovamente la preside “antimafia” Daniela Lo Verde e il suo vice Daniele Agosta, finiti ai domiciliari nell’aprile 2023 con l’accusa di corruzione e peculato, perché avrebbero usato i fondi scolastici per acquistare pc e smartphone oltre ad appropriarsi degli alimenti destinati alla mensa. La preside ha chiesto di poter patteggiare, ma il giudice non ha accolto la richiesta ritenendo “troppo bassa” la pena di un anno e dieci mesi.

Firme false degli studenti – Dagli sviluppi della precedente indagine, gli investigatori hanno analizzato i corsi scolastici e ricostruito che la preside Lo Verde, il suo vice Agosta, e altri tredici persone tra insegnanti e tutor, avrebbero compilato i documenti e gli elenchi dei partecipanti ai corso scolastici, “attestato falsamente” nei registri la partecipazione “di se e degli studenti”, e “riproducendo di proprio pugno le firme degli alunni assenti” e in altri casi “raccogliendo le firme ex post facendo figurare presenti anche gli alunni assenti”.

Le azioni illecite, scrive la gip Elisabetta Stampacchia, sarebbero maturate “sotto al spinta propulsiva e nella piena consapevolezza di Lo Verde e Agosta, i quali hanno dato vita a quel metodico meccanismo di frode che ha coinvolto anche alcuni degli insegnanti, talvolta dagli stessi indotti a compilare i fogli presenza ex post, apponendo le firme degli alunni assenti, al fine di ottenere i finanziamenti previsti”. La gestione della preside Lo Verde, secondo la gip, è quella di “una scellerate dirigenza” con la “totale e palese illeceità dell’operato”.

La denuncia dell’insegnante – Nell’istituto Falcone, c’era però una mosca bianca. Un insegnate, oggi in un altro istituto, che nel 2022 denuncia alle autorità alcune anomalie. Racconta che a “partire dall’anno scolastico 2015/2016 numerosi progetti finanziati dall’EU su richiesta della scuola non venissero attuati in maniere diligente e completa”, e aggiunge che si tratta di una prassi “fra le docenti di raccogliere ex post le firme degli alunni su fogli presenza”, considerato che non erano state prese “durante le ore di svolgimento delle attività” in quanto “disertate dai ragazzi, soprattutto nella fascia pomeridiana”.

È stata la stessa preside Lo Verde, come si legge nell’ordinanza, ad ammettere durante l’interrogatorio del settembre 2023 “la prassi delle firme false, dichiarando che Agosta lavorava poco nonostante fosse nominato referente per quasi tutti i progetti e fosse necessaria la contestuale presenza di esperto e tutor”.

“Devo andare in carcere per forza?” – Nei numerosi dialoghi captati dai carabinieri, emerge la consapevolezze della preside, del suo vice e degli insegnanti, dello stratagemma utilizzato. “Ma questi tutti lui li ha firmati”, dice Agosta riferendosi ad un insegnante che avrebbe firmato i fogli di presenza degli alunni. “Qua li ha firmati tutti lui ed è palese – risponde Lo Verde -, lo capisco io quindi pensa se non lo capiscono quelli…”.

“Questo bambino guarda come firma qua, improvvisamente poi impara a scrivere in corsivo, sempre meglio, poi inverte cognome con nome, io questo è il primo è giusto. Dà (Agosta, ndr)? Questo non si può guardare… cioè non lo so, io me ne devo andare in carcere per forza?”, dice la preside in un’altra conversazione, mentre controlla i fogli di firma. E aggiunge: “Gli ultimi due li hai visti? Guarda questo, guarda questo Dà (Agosta, nrd)… cioè è palese che è la stessa mano che firma…”.

Nell’ennesimo dialogo captato, quando anche la preside si rende contro che le irregolarità stanno diventano troppo evidenti, decide di annullare il progetto. “Ma dico, ci dobbiamo far dire per forza: ‘siete dei ladri’? Questo perché me ne sono accorta io per sbaglio”, chiede Lo Verde. “Che facciamo, me li faccio tutti io a poco a poco?”, risponde il vice Agosta. “No Da’, non si possono fare più, quindi si annullano e si rifanno a settembre, io verrò personalmente a controllare che si facciano, mi sono spiegata? Non intendo dirla più io questa cosa!”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Allluvioni, a Traversara nel Ravennate si lavora per ripristinare l’argine del Lamone: nuova falla aperta nella notte – Video

next