Nella notte una “pioggia” di razzi di segnalazione ha illuminato di rosso per qualche momento il Porto di Genova, dove da ormai una decina di giorni si trova in fermo amministrativo la Geo Barents, nave di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere. È questo il modo scelto dal Collettivo autonomo dei lavoratori portuali per esprimere la propria vicinanza all’equipaggio dei soccorritori: “È un modo che qualcuno potrebbe trovare anche un po’ ingenuo – commenta l’iniziativa Riccardo Rudino, sindacalista dell’Usb e tra le anime del collettivo – ma è una modalità che arriva diretta a chi lavora in porto e anche simbolicamente illumina quello che accade tra le banchine”. Lo stesso gesto si ripete, da anni, all’arrivo delle navi cariche di armi che transitano dal porto: “Abbiamo voluto illuminare una contraddizione sotto gli occhi di tutti: le navi che trasportano armi e che alimentano i conflitti viaggiano indisturbate, transitano nei nostri porti senza nessun controllo – spiega il Calp – quelle che salvano le persone in mare e che molto spesso fuggono dai conflitti alimentati da quegli stessi armamenti che transitano liberamente vengono bloccate per questioni burocratiche. Così, a distanza di 11 anni dalla strage nelle coste di Lampedusa che aveva fatto dire ‘mai più morti nel Mediterraneo’ si continua a lasciar morire chi fugge”.

I razzi di segnalazione, gli stessi che erano stati definiti “micidiali” nell’inchiesta (archiviata) che tentava di dipingere l’organizzazione sindacale dei portuali genovesi come un’’associazione a delinquere’ a causa delle ripetute proteste e degli scioperi per bloccare il carico di armi, “servono a segnalare un pericolo, una richiesta urgente di azione – scrive il collettivo di lavoratori portuali sui propri canali – e proprio per questo il porto di Genova questa sera si è illuminato di scie rosse, complici con i marinai della Geo Barents bloccati da giorni in porto, impedendogli di continuare a effettuare soccorsi in mare”.
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