Beauty e Benessere

Cute secca e macchie sulla pelle? È l’effetto dell’estate. Il parere dell’esperto: “Sono meccanismi che ci proteggono dai danni, ma esiste l’effetto rebound”

Il dottor Raniero Facchini spiega al FattoQuotidiano.it i cambiamenti della cute dopo l'estate

di Ennio Battista
Cute secca e macchie sulla pelle? È l’effetto dell’estate. Il parere dell’esperto: “Sono meccanismi che ci proteggono dai danni, ma esiste l’effetto rebound”

Se l’estate ormai sbiadisce nei nostri ricordi, qualche effetto della bella stagione appena conclusa può essere rimasto sulla pelle: dalle macchie alla cute secca, fino all’ispessimento cutaneo e altro ancora. Aggiungiamoci una minore attenzione alla skincare ed ecco che diventa necessario rivolgersi a trattamenti ad hoc per rivitalizzare la nostra pelle.

Di fatto, “proprio come piante e animali mutano aspetto con il passare delle stagioni, anche noi subiamo, seppur in modo meno evidente, questa legge naturale – spiega al FattoQuotidiano.it il dottor Raniero Facchini, chirurgo generale e docente di medicina estetica – . Il cambiamento più importante avviene proprio in questo periodo, tra la fine dell’estate e l’arrivo dei primi freddi. Durante l’estate, i melanociti, cellule presenti nel derma profondo della nostra cute, vengono stimolati dai raggi ultravioletti. Questa sollecitazione fa sì che i melanociti producano pigmenti neri noti come melanosomi, che migrano progressivamente verso lo strato superficiale della pelle, cambiandone il colore e offrendo una protezione naturale a fronte di ulteriori esposizioni. Allo stesso tempo, in risposta al calore estivo, lo strato corneo dell’epidermide si ispessisce agendo come un ulteriore meccanismo di difesa”.

Il parere del medico

Con quali conseguenze?

“Anche se sono meccanismi che ci proteggono da eventuali danni, troppa esposizione senza adeguata protezione dai raggi solari può innescare quello che gli anglosassoni definiscono ‘effetto rebound’. Così, dopo l’estate, ci si può ritrovare all’improvviso con macchie cutanee, una pelle più ruvida e una maggiore predisposizione a impurità come punti neri e grani di miglio, oltre a una riacutizzazione di fenomeni legati all’acne. Ad aggravare la situazione, c’è anche un concomitante aumento di naturale produzione di sebo come risposta al cambio di temperatura”.

Che ruolo può giocare a questo punto la medicina estetica per contrastare questo processo?

“Dipende molto da caso a caso. Se durante l’estate si è riusciti ad attuare un’efficace fotoprotezione l’effetto rebound sarà notevolmente ridotto. Con tutta probabilità quindi per mantenere una pelle sana sarà sufficiente idratare e nutrire il derma con l’ausilio di trattamenti quali composti iniettabili a base di acido ialuronico, complessi polivitaminici e/o polinucleotidi.

Se invece sulla pelle permangono iper-pigmentazioni diffuse o circoscritte, bisogna innanzitutto fare una corretta differenziazione tra quelle che hanno come unica causa il sole come le efelidi e quelle invece che subiscono gli effetti di ulteriori stimoli, per esempio di tipo infiammatorio od ormonale (melasma).

Dopo aver fatto una corretta diagnosi, i trattamenti possono variare da una semplice terapia topica domiciliare a trattamenti da eseguire in studio medico come peeling micro-needling associati o meno a laser terapia”.

Sebo e acne

Ci parlava anche di iperproduzione di sebo collegato a patologie come acne e rosacea. Anche qui valgono le stesse indicazioni?

“È importante ricordare che, nel caso dell’acne, l’eccesso di sebo è solo una delle concause e non l’unico fattore scatenante. Tuttavia, controllare la produzione di sebo può aiutare a gestire meglio la progressione della malattia.

Dopo una corretta anamnesi, valutando molteplici fattori, come il profilo ormonale e lo stile di vita, i consigli sono molteplici. Possiamo avvalerci di un’integrazione orale con sostanze sebo regolatrici oppure adoperare peeling chimici che avranno una composizione diversa in base alla profondità e alla fase dell’acne stessa. È importante prendere in considerazione anche l’ausilio di elettromedicali come laser o luce pulsata per le lesioni attive”.

Quando usare il laser

Per chi di acne ha già sofferto e deve invece fare i conti con i suoi esiti cicatriziali che cosa è possibile fare?

“Gli esiti cicatriziali post acne sono una delle condizioni più difficili da trattare in medicina estetica, ma contro le quali si sono sviluppate nel corso degli anni sempre maggiori soluzioni.

L’uso combinato di peeling chimici, radiofrequenza con aghi, laser ablativo e non ablativo, scollamento delle lesioni più profonde e riempimento delle stesse con acido ialuronico sono tutte soluzioni valide che vanno gestite in base alla gravità della condizione iniziale”.

Quali altri consigli?

“È sempre fondamentale puntare sulla prevenzione: adottare una buona protezione della pelle e uno stile di vita sano, caratterizzato da una dieta ricca di sostanze antiossidanti, l’astensione da alcol e fumo. È inoltre cruciale prestare attenzione ai cosmetici utilizzati e alle terapie ormonali, che possono contribuire negativamente ai primi stadi dei processi infiammatori”.

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