In Emilia-Romagna, il campo ‘larghissimo’ che sognava il Pd e che doveva sostenere il candidato di centrosinistra Michele De Pascale sembra proprio avere le ore contate. Dopo che il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha posto il veto definitivo sulla presenza del simbolo di Italia Viva in coalizione, è braccio di ferro tra i renziani – che assicurano che si presenteranno con lista e logo – e i Cinque Stelle, che non intendono fare passi indietro e ripetono come un mantra che l’accordo prevedeva che “nessuna delle liste della coalizione avrebbe comportato il simbolo di Iv”. In mezzo resta il Pd emiliano-romagnolo, in attesa di un accordo tra la segretaria Elly Schlein e Conte.

I dem, che fanno molto affidamento sulla mediazione del presidente del Pd Stefano Bonaccini, nel mentre cercano di resistere alle pressioni da parte del M5s e di Iv, determinati a non fare esternazioni pericolose e a non oscillare verso nessuna delle due parti e continuando ad appellarsi al senso di responsabilità della coalizione per non perdere le Regionali. Questa è la consegna per tutti. “Per una larga coalizione di governo serve fiducia reciproca e un progetto condiviso ed è evidente che, purtroppo, a livello nazionale non c’è. In Emilia-Romagna, invece, non solo esiste – assicura il candidato de Pascale – ma si è anche allargato a oltre 60 liste civiche. Io mi voglio occupare solo dell’Emilia-Romagna: chiedo a tutti di fare lo stesso”.

“Conte ha solo ribadito un concetto che ripetiamo da mesi – replica Gabriele Lanzi, coordinatore del M5s per l’Emilia-Romagna – Il simbolo di Italia Viva non può essere affiancato al nostro. Ci si era già accordati su questo e la nostra linea rimane ferma e coerente. Diverso è se singoli esponenti di Iv si candidano con una lista civica. Qui, in Emilia-Romagna, non è stato fatto nessun accordo che prevede che il simbolo di Iv sia affiancato al nostro in coalizione”. “In Emilia-Romagna, ci saremo con il nostro simbolo e i nostri candidati” continua, però, a ripetere Matteo Renzi. E il presidente regionale di Iv, Stefano Mazzetti, conferma: “Siamo in giunta in Regione in maggioranza e siamo parte della coalizione che sostiene De Pascale: faremo la nostra lista e metteremo il nostro simbolo, non dobbiamo vergognarci di niente”. Anche Giulia Pigoni, capogruppo renziana in Regione, assicura: “Saremo alleati affidabili per i prossimi cinque anni al fianco di De Pascale, come lo siamo stati negli ultimi cinque per Bonaccini. L’attacco di Conte è un attacco personalistico a Renzi e di leadership a Schlein. Noi andiamo avanti”.

Una situazione esplosiva che mette il Pd in difficoltà, con il rischio di perdere i voti dei pentastellati. E il tempo non è dalla parte dei dem e della coalizione: tra due settimane, infatti, si consegnano le liste dei candidati. “L’Emilia-Romagna è per noi la cosa che conta di più. Abbiamo costruito nel tempo un percorso fatto di dialogo e confronto con le forze politiche alternative alle destre, ancorato sempre alle idee ed ai contenuti, e per questo capace di ottenere risultati nei passaggi amministrativi e di conquistare la fiducia degli elettori, tenendosi lontano dal dibattito nazionale”, fa notare il segretario regionale dem Luigi Tosiani.

“Michele de Pascale è il garante di questo progetto, ha saputo unire ed aggregare oltre le sigle ed i simboli”, ricorda. Intanto, i pentastellati proseguono dritti per la loro strada all’interno della coalizione del centrosinistra e confermano la loro presenza, da tutte le province, domenica 6 ottobre a Bologna, alla ‘Fabbrica del programma’ di de Pascale, in cui si parlerà dei temi dello schieramento di centrosinistra. Ovviamente, ci sarà anche Italia Viva. Insomma la resa dei conti è solo rimandata e, nei corridoi delle federazioni del Pd, ma anche tra i pentastellati, a taccuini chiusi è alta la preoccupazione che il campo largo collassi. Anche dalle parti degli alleati più a sinistra c’è molto malumore, soprattutto nelle fila di Sinistra italiana. “Quello di Conte è stato un fulmine a ciel sereno”, commenta Silvia Zamboni, capogruppo in Regione di Europa Verde, l’altra metà di Alleanza verdi e sinistra.

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