Negli ultimi anni la città di Napoli ha un suo pupillo: Geolier. Ed ovviamente non poteva mancare alla grande festa di Red Bull 64 Bars Live in Piazza Ciro Esposito vicino alle Vele di Scampia, anzi era il padrone di casa. L’entrata in scena del cantante è stata inaspettata. Nessuna rima tagliente e nessuna rappata perdifiato, bensì un monologo su Scampia. “Questo posto non è come gli altri. Persone che vivono la vita vera, ma è trattata come un’attrazione turistica. Gli amici rapper volevano venire qui per farsi la foto iconica. Io penso che nessuno di noi possa sfruttare l’immagine di una madre. Perché Scampia è come una mamma. Ci ha cresciuto, visto crescere. Penso che ognuno di noi abbia una responsabilità, addirittura una colpa quando succedono queste tragedie, come quello che è successo qui (il crollo alle vele, ndr)”, ha detto Geolier in un silenzio quasi surreale.
E ancora: “Penso che da soli non si possa combattere l’abbandono, non si possa combattere il degrado. Abbiamo una fortuna che siamo cresciuti per strada. E dalla musica dobbiamo ripartire. La musica può curare, può creare, può dare una prospettiva migliore. E se non è la musica può essere anche un’altra cosa. Non bisogna mai scappare da questo posto, dobbiamo costruire da qua come ho fatto io. Ed io, da figlio di Napoli, parlo a voi figli di Napoli: non eravamo niente… Adesso siamo campioni d’Italia, non per uno scudetto oppure il 64 Bars di Geolier. Per Scampia, per Secondigliano, tutte le periferie d’Italia, per chi crede che nonostante tutto in un futuro migliore”.
Dopo il bel monologo di Geolier sono tornate le ‘mani a tempo’ ed i salti di due metri che solo le canzoni rap fanno fare. Tra le note finali dell’artista di Secondigliano sono stati sparati fuochi d’artificio di chiusura.