Ricordate l’esultanza antisemita del difensore turco Merih Demiral in occasione del gol del 2-0 agli ottavi di finale contro l’Austria a Euro 2024? Un gesto, quello del “saluto del lupo”, che gli costò la squalifica dal torneo. Nonostante le polemiche, il sindaco della città di Bolu, Tanju Özcan, ha fatto costruire una statua a lui dedicata e che lo ritrae mentre mima quel gesto. Secondo il primo cittadino, infatti, quanto fatto da Demiral è un’espressione dell’identità turca, mentre è in realtà un simbolo politico legato a gruppi estremisti di destra.

Estremisti e accusati di genocidio: chi sono i “Lupi Grigi”
Lupi Grigi, in turco “Bozkurtlar“. Questo il nome informale dell’organizzazione paramilitare nazionalista di estrema destra Ulku Ocaklari (letteralmente i Focolari Idealisti), instaurata sul concetto di panturchismo (movimento ideologico con l’obiettivo di riunire tutti i popoli turchi nel mondo). Monitorato dall’Ufficio federale per la protezione della Costituzione in Germania, questo movimento estremista viene fondato negli anni ’60 da Alparslan Turkes (a sua volta fondatore dell’Mhp, il Partito del Movimento Nazionalista e braccio politico dei Lupi). Con l’emigrazione dei turchi nel territorio tedesco, soprattutto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, attualmente sono molte le comunità che si sono insediate (e che, peraltro, rappresentano una risorsa anche per lo stesso movimento calcistico in Germania). Ovviamente, non tutte rappresentano un pericolo per il Paese.

La ramificazione dei Lupi Grigi in buona parte dell’Europa ha permesso la creazione di una rete distributiva di scambio di eroina al fine di finanziare l’acquisto di armi da fuoco in patria, in favore della propria operatività politica. Dopo le prime violenze negli anni ’70 che provocarono oltre 5000 morti in Turchia (principalmente curdi e armeni), i Lupi Grigi sono tornati in auge il 13 maggio 1981, giorno in cui il terrorista Mehmet Ali Agca – facente parte di questo movimento – sparò a Papa Giovanni Paolo II in piazza San Pietro. Tra gli altri, spunta il loro coinvolgimento legato al colpo di Stato in Azerbaigian (nel 1995), alle guerre del Nagorno e della Cecenia, fino all’attacco terroristico a Bangkok (2015) e per quella che è passata alla storia come “caccia all’armeno” a Lione (2020). Presunta anche la loro partecipazione alla cosiddetta controguerriglia (Kontrgerilla in turco), il nodo anatolico della rete Gladio, l’organizzazione anticomunista ispirata dalla CIA e dalla NATO.

Indagato e poi squalificato: l’esultanza di Demiral a Euro2024
Due corna alzate al cielo che ricordano il muso di un lupo. Inizialmente indagato dalla UEFA lo scorso luglio “ai sensi dell’Articolo 31(4) del Regolamento Disciplinare UEFA in relazione al presunto comportamento inappropriato“, Merih Demiral venne poi squalificato per due gare: l’esclusione lo obbligò a saltare i quarti di finale di Euro2024 contro l’Olanda.

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