“Il libro di Italo Bocchino dovrebbe essere adottato nelle scuole, è un libro di verità contro le bugie delle sinistra. Una tua moral suasion ci starebbe visto che la sinistra racconta le bugie nelle scuole”. Lo ha affermato il presidente del Senato Ignazio La Russa durante la presentazione del saggio di Italo Bocchino, “Perché l’Italia è di destra”, alla Galleria nazionale di Arte moderna di Roma.
L’auspicio della seconda carica dello Stato è stato ribadito anche da Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio e responsabile della segreteria di Fratelli d’Italia, che ha caldeggiato l’adozione del libro nelle scuole.

Ospite di Otto e mezzo (La7), Italo Bocchino dalle acclamazioni del gotha della destra italiana si è dovuto imbattere in una diversa visione della sua ultima creatura letteraria, quella di Michela Ponzani, docente di Storia Contemporanea all’Università Tor Vergata di Roma. “Adottare questo libro come manuale di storia contemporanea – osserva la storica – è una buona idea se si vuole insegnare agli studenti come si fa la mistificazione della storia, come si riscrive il passato mescolando il vero al falso, mischiando dati che non possono essere controllati da nessuno. È un libro in cui si dice che Alcide De Gasperi era un uomo di destra, dimenticando che è stato un grande antifascista, un patriota, una persona che ha scritto la Costituzione, aveva aderito al Partito Popolare, aveva fatto la Resistenza, aveva subito il confinamento durante il fascismo”.

Ponzani menziona anche un passaggio riguardante Alessandro Natta, segretario del Pci dal 1984 al 1988: “Bocchino scrive che Natta era fascista perché tanto durante il ventennio tutti avevano la tessera del Partito Nazionale Fascista, dimenticando che nel ’36 aveva aderito al movimento antifascista e che era stato fatto prigioniero in Germania. Ci sono tanti elementi che si mescolano e si rimescolano perché il punto qual è? – continua – Non voler fare i conti fino in fondo con un passato scomodo e volerlo riscrivere e mistificarlo fino alla fine, senza accettare che i fatti sono andati in un certo modo, cioè che nel ’45 c’è stata una parte che ha perso e una parte che ha vinto. Sono tentativi assai maldestri, perché ci riportano indietro nel tempo, all’epoca di Violante e Fini. Comunque, attenzione, nel libro ci sono anche delle parti interessanti”.

Bocchino smentisce di voler riscrivere la storia, ma sostiene di essere stato animato solo dalla volontà di dire la verità. E ribadisce: “Nel ’48, nel ’94 e nel 2022 gli italiani hanno scelto di non fidarsi della sinistra. Nel 1994 e nel 2022, in particolare, hanno scelto di far vincere il centrodestra e la destra. Nel ’48 non c’era la destra che conosciamo adesso, ma la destra intesa come cultura, cioè la cultura conservatrice, la cultura cattolica, la cultura tradizionista, la cultura patriottica. E quella cultura era rappresentata da De Gasperi“.

La conduttrice Lilli Gruber chiede quindi lumi al direttore di Limes Lucio Caracciolo, che risponde sarcasticamente: “Intanto io il libro non l’ho letto e non l’ho nemmeno scritto. Mettere insieme De Gasperi con la destra chiaramente è abbastanza paradossale. Amo i paradossi, ma questo mi pare un po’ troppo paradossale. In ogni caso, siccome la professoressa Ponzani dice che ci sono anche delle buone parti, sono curioso di sapere quali siano“.

Articolo Successivo

Elezioni Emilia-Romagna, lo strappo di Conte e la resistenza di Italia Viva: così il Pd resta in mezzo e teme il collasso della coalizione

next