A sorpresa è salita sul palco di Scampia anche Rose Villain
“Il rap è l’unico genere che parla a tutti con sincerità”, ci aveva detto Artie 5ive poco prima dell’inizio di uno degli show più iconici in ambito hip hop. E così è stato. Si è da poco conclusa la terza edizione del Red Bull 64 Bars Live, in Piazza Ciro Esposito, vicino alle Vele di Scampia a Napoli con diecimila presenze. L’antipasto ce lo aveva già servito Guè a poche ore dall’inizio di uno degli eventi che meglio riesce ad unire l’underground ed il mainstream italiano. Il rapper se l’era presa contro chi ha sentenziato sullo scontro musicale tra Fedez e Tony Effe “senza avere la cultura dei dissing”. A dare il via al maxi-concerto è stato proprio lo stesso Guè con Venezuela (64 Bars). Come calore del pubblico il tutto esaurito si è fatto sentire eccome. Dai bambini, ai ragazzi, fino ai genitori: diverse generazioni erano presenti al Red Bull 64 Bars Live di Scampia. Certo, c’era chi era lì solamente per accompagnare il proprio figlio in trepida attesa per l’ingresso dei suoi idoli, tuttavia, si percepiva un’aria differente. Una festa, in cui il legame che lega il rap con Scampia è andato fin da subito in primo piano.
E se la musica senza base è un po’ come mangiare un piatto di pasta non salata durante la cottura – dopo l’entrata trionfale di Guè – era giunto il momento di accogliere sul palco il regista o meglio, il direttore d’orchestra della serata, il producer Dat Boi Dee che, poco prima del concerto, ci aveva spiegato la sua percezione della figura del produttore ai giorni nostri: “Non penso siamo ancora pienamente riconosciuti però sicuramente questo è un momento dove ci sono dei ‘riflettori’ sulla nostra posizione”.
L’entrata di Dat Boi Dee ha dato il via alle rappate di tutti gli artisti presenti all’evento. Primo su tutti – escluso Guè – Kid Yugi. Classe 2001, originario di Massafra in provincia di Taranto, è senz’altro, assieme ad Artie 5ive, il rapper più interessante in circolazione. Nonostante la giovane età Kid Yugi sta imparando a tenere sempre meglio il palco (cosa che alcuni dei suoi colleghi fanno immensa fatica a fare, anche se più esperti!). Tempo al tempo.
Abbiamo incontrato il rapper pugliese prima del Red Bull 64 Bars Live e, ciò che emerge subito in lui, è la colta proprietà di linguaggio ed una visione della musica a 360 gradi. “Non ho mai incontrato censura – ha detto a Fq Magazine -. Ci sono state delle volte in cui mi sono autocensurato però non sento quella pressione pedagogica che si dà al rap molte volte, soprattutto nell’informazione di massa in cui si cerca di dare al rap delle colpe che non ha. Non sento la pressione della censura perché non credo al fatto che i rapper debbano educare il mondo. Quello sta i genitori, alla scuola e non è compito di un ragazzo di 20 anni educare chi ne ha 15”. Non fa una piega.
Uscito un rapper ne entrava un altro, tutto d’un fiato. Ed ecco giunto il momento di Massimo Pericolo. La musica, soprattutto quella che tratta tematiche ‘nude e crude’, ha dietro di sé un palmares di incomprensioni che farebbe invidia anche alla squadra di calcio più titolata al mondo. “I miei testi vengono continuamente fraintesi. Se scrivo una cazzata su Instagram la gente fraintende. È normale, perché tutti abbiamo il nostro linguaggio che si basa sulle esperienze da noi avute. Se parlo di una cosa la interpreto a modo mio e chi ascolta, di conseguenza, la interpreterà a modo suo. Non ho paura di venire frainteso, so già che lo sarò”, ha dichiarato Massimo Pericolo a FqMagazine.
Non poteva mancare l’uomo del momento, Tony Effe. Fresco di dissing con il collega Fedez, il rapper romano ha scatenato il pubblico con 64 Barre di verità. È diventata virale ed oggetto di discussione nazionale l’incriminata frase “Ho scopato la tua bitch, dopo l’ho passata a Sfera. Dopo Boro, dopo Shiva, gira, gira, gira, gira” ed anche le frecciatine nei confronti di Chiara Ferragni e dello stesso Fedez “Go, go, la Chiara dice che mi adora. Non ti ho lasciato la strofa”, dice Tony Effe nel testo. Di benzina ne è stata messa in abbondanza e l’incendio mediatico che si è venuto a creare non è stato facile da domare. Tony, tuttavia, si è detto disinteressato dai risvolti della questione: “Non ho seguito molto, sono sincero. Cioè, ho pubblicato il pezzo, ma poi ho pensato ad altro, non sono stato a seguire il fatto sui media, sui social”, ha affermato.
Il Red Bull 64 Bars Live è stata un’ottima vetrina per i rapper più giovani. Tra questi c’è senz’altro Artie 5ive, talentuoso artista di Bicocca (Milano) che incarna appieno lo spirito hip hop. Parlando con Artie ci si rende conto quanto gli stiano a cuore i temi di natura sociale, su tutti quelli legati al razzismo: “Il rap è forse l’unico genere che parla, con sincerità, a tutti. È un’arte che smuove le coscienze delle persone che l’ascoltano. In 20 anni (di rap, ndr) si è vista l’influenza e ci si può solamente aspettare un’evoluzione in meglio”, ci ha detto.
Prima del finale dolcemente partenopeo si è esibito l’indiscusso Guè ed il divertente Nello Taver. Spazio anche per Lele Blade ed ai featuring tra gli artisti presenti. A sorpresa è salita sul palco di Scampia anche Rose Villain. Geolier poi è stata la ciliegina sulla torta con il suo bel monologo. Si spengono così i riflettori sul Red Bull 64 Live a Scampia. La speranza è che, magari anche dal prossimo anno, si riesca a dare voce ed una positiva visibilità ad altre complesse realtà.