Sarebbe stato assassinato da un parente per un debito di appena 5mila euro – sulla cui natura sono ancora in corso accertamenti – Luigi Procopio, 45enne ucciso a colpi di pistola lo scorso 30 settembre – nella zona della Duchesca, nel centro di Napolidavanti al proprio figlio (di 11 anni). Il fermato si chiama Antonio Amoroso ed è un parente acquisito di Procopio: sarebbe infatti nipote della moglie della vittima. Il killer, rintracciato a Milano, è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Napoli con del personale della Squadra Mobile del capoluogo lombardo ed il supporto tecnico del Servizio Centrale Operativo.

L’identikit
Il fratello di Antonio Amoroso venne ucciso nel 2017 in un agguato di stampo camorristico nel corso del quale vennero esplosi oltre una decina di colpi di arma da fuoco: si chiamava Eduardo Amoroso, aveva 52 anni, e venne assassinato insieme con Salvatore Dragonetti, 44 anni, entrambi ritenuti affiliati al Clan Mazzarella e legati alla famiglia Giuliano.

Gratteri: “Napoli come il Sudamerica? Visitatelo e rifatevi la stessa domanda”
L’arresto di Amoroso “è l’ennesima risposta a chi tende a paragonare Napoli a un Paese sudamericano, in modo dispregiativo” commenta durante un incontro con gli studenti il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri. “Io dico: intanto fatevi un giro in alcuni Paesi e città del Sudamerica e poi tornate a Napoli e rifatevi la stessa domanda. Ci sono sì fatti criminosi, anche in pieno giorno. Però c’è anche la risposta – continua – Ci sono i risultati. Noi penso che siamo sul pezzo. Si può sempre fare di più, si può migliorare se abbiamo più tecnologie, se abbiamo più strumenti tecnologici e possiamo ancora migliorare. Però c’è il fattore umano, ci sono investigatori di primo piano nel distretto di Napoli, c’è gente in polizia, tra i carabinieri e la Guardia di Finanza di altissimo livello. Io sono un filo ottimista per il futuro”.

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