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Uk, Starmer preferisce i fatti alle parole. Ma a breve potrebbe aver bisogno di entrambi

Quasi tre mesi fa, i laburisti di Keir Starmer hanno vinto le elezioni con una maggioranza amplissima: 174 seggi. Con tale maggioranza, il governo di Starmer potrebbe portare avanti tanti cambiamenti rapidamente, allo stile del Famoso governo di Blair del 1997. Invece il programma di Starmer, sempre evitando di fare troppe promesse, si doveva rivelare a rilento, dopo la sospensione estiva del parlamento. Purtroppo per Starmer, l’estate è stata piena di brutte sorprese, e dal 30 luglio al 5 agosto il paese è stato turbato da quasi trenta sommosse dell’estrema destra in 27 comuni.

Starmer si è trovato di fronte a una sfida che non era stata creata da lui stesso, ma che gli ha richiesto di agire con decisione. Sebbene la portata dei disordini sia stata diffusa e molti abbiano lanciato appelli razzisti alla violenza e al disordine sui social media, la maggior parte ha approvato la risposta di Starmer ai disordini. Sono stati annunciati tribunali aperti 24 ore su 24 per aiutare a condannare rapidamente le centinaia di rivoltosi e di persone che avevano pubblicato post razzisti e estremisti online. Le sentenze emesse sono state decise e severe per scoraggiare ulteriori disordini, tra cui una condanna a quindici mesi di carcere per Julie Sweeney, che aveva postato su Facebook il desiderio di bombardare una moschea con tutti coloro che vi si trovavano dentro. L’approccio duro di Starmer ai disordini ha sviluppato persino le critiche di Elon Musk, che su X ha anche dato appoggio a gruppi di estrema destra che partecipavano alle sommosse in Inghilterra. Ma Starmer non ha ceduto.

D’altra parte, è importante notare che coloro che hanno approvato l’approccio a tolleranza zero del premier nei confronti dei disordini, presumibilmente scatenati da opinioni anti-migranti, considerano l’immigrazione un tema importante. Inoltre, l’alto numero di voti ottenuti dal partito di destra anti-immigrazione Reform alle ultime elezioni indica quanto il tema sia stato affrontato. Tuttavia, rimane un tema su cui i laburisti provano notoriamente disagio e che negli ultimi anni è diventato incredibilmente tossico. Mentre una delle sue prime azioni è stata quella di sospendere i tanto criticati voli di deportazione verso il Ruanda, non è chiaro come Starmer intenda procedere per quanto riguarda l’attraversamento di piccole imbarcazioni. Molte domande di asilo devono ancora essere esaminate, e ciò ha suscitato reazioni negative dopo che Giorgia Meloni ha annunciato di aver discusso il sistema di trattamento dell’asilo offshore in Albania durante la sua recente visita a Palazzo Chigi.

L’altra brutta sorpresa per Starmer è quella che pone una morsa a lungo termine sul suo governo: il “buco nero” di 20 miliardi di sterline nelle finanze pubbliche. A poche settimane dall’insediamento, il nuovo ministro dell’Economia Rachel Reeves ha annunciato che sono stati spesi miliardi di sterline di impegni poi non finanziati dai conservatori, in parte per finanziare l’ormai defunto programma Ruanda. Di conseguenza, il nuovo governo ha ritenuto necessario dimostrare prudenza e impegnarsi a risparmiare 5,5 miliardi di sterline quest’anno e 8,1 miliardi di sterline nel prossimo esercizio finanziario. Anche se i dettagli di come ciò avverrà non sono ancora stati rivelati nel primo bilancio di Reeves, il partito ha annunciato con polemica che i pagamenti per sostenere i pensionati con le bollette energetiche in inverno saranno sospesi, tranne che per i pensionati più poveri.

Tuttavia, se da un lato è emersa la necessità per il governo di risparmiare denaro a causa delle azioni dei conservatori, dall’altro la risposta dell’opinione pubblica è tiepida. Secondo un sondaggio di Opinium, Starmer ha ora un indice di gradimento netto di -26% ed è destinato a perdere il suo vantaggio sui conservatori in materia di economia.

Allo stesso modo, il partito ha qualche lezione da imparare quando si tratta di governare. Il Primo Ministro è già stato messo in imbarazzo dalle notizie dell’accettazione di ingenti donazioni da parte del miliardario Lord Alli di abiti firmati per la sua moglie, e dall’accettazione da parte della sua vicepremier Angela Rayner dell’appartamento di New York di Lord Alli (soprannominato “Freebiegate”). Dopo aver attaccato per anni i conservatori per il clientelismo e l’accettazione di donazioni lucrative da parte dei loro amici, Starmer dovrebbe ricordarsi che quando si tratta di accettare regali, l’opinione pubblica inevitabilmente fisserà standard più elevati per i laburisti rispetto ai conservatori, anche se non è stata infranta alcuna regola. Se il governo intende essere prudente dal punto di vista fiscale, un po’ di prudenza dovrebbe essere dimostrata quando si tratta di accettare regali dai donatori.

Nonostante i messaggi austeri sull’economia provenienti dal governo e dal “Freebiegate”, non è difficile individuare importanti cambiamenti già in atto nei primi 100 giorni di Starmer. Ad esempio, la fine delle agevolazioni fiscali sull’Iva di cui godono le scuole private elitarie britanniche per finanziare le scuole statali in difficoltà; una legge che nazionalizzerà le ferrovie britanniche in modo graduale; migliori diritti per gli affittuari; la sospensione della vendita di armi a Israele per le sue azioni a Gaza. Gli elettori potrebbero non vedere subito la luce alla fine del tunnel, ma gli effetti positivi di queste politiche richiederanno tempo per concretizzarsi. E questo è esattamente ciò che vuole Starmer.

Nel suo discorso alla conferenza del Partito Laburista di quest’ultima settimana, Starmer ha cercato di dare un tono più ottimista, ma le promesse sono state poche, come al solito. La sua strategia elettorale, che consisteva nel dimostrare che il suo governo sarà fatto di più azioni e meno parole, è destinata a rimanere. Se c’è qualcosa da dire su Starmer a pochi mesi dall’inizio del suo mandato, è che è un politico che preferisce lo “show” al “tell”. Ma con un indice di gradimento tiepido, Starmer potrebbe aver bisogno di entrambe le cose per convincere un pubblico sempre più instabile e impaziente di far valere il proprio voto.