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Calenda sul Nove: “Renzi un buffone, per me non esiste più. Per il Pd? Ci puoi buttare dentro di tutto, è come il fritto”

Matteo Renzi? Un buffone. I mesi con lui sono stati i peggiori della mia vita professionale: la sua politica è fregare quelli con cui sta”. Carlo Calenda, ospite di ‘Accordi e Disaccordi’ condotto sul Nove da Luca Sommi con la partecipazione di Marco Travaglio e Andrea Scanzi non usa mezzi termini nei confronti dell’ex alleato. “Questo buffone, perché è un buffone, ha fatto la campagna elettorale con il suo faccione sui manifesti, sugli autobus di tutta Italia, scrivendo ‘con Matteo Renzi al centro’, appena qualche mese fa. – ha detto il leader di Azione – Il primo giorno in Senato, Renzi ha fatto votare La Russa, dopo aver preso il voto degli italiani per stare dove io sono rimasto, e lo ha fatto per avere la Boschi presidente della commissione di Vigilanza. Allora questo per me è dirimente. Se sei garantista la questione etica è fondamentale. – ha continuato Calenda – Allora l’etica non è solo che io da quando faccio politica non prendo consulenze con nessuno, ma è il fatto che se tu prometti una cosa e poi fai l’opposto il primo giorno, per me non esisti più. Per la mia esperienza professionale, dopo l’elezione in Parlamento, quei sei mesi” con Renzi “sono stati la peggiore esperienza professionale, perché l’unica dimensione della politica di Renzi è fregare quello con cui sta. Punto”.

Quanto alla polemica sull’ingresso del leader di Italia Viva nel campo largo, Calenda ha spiegato: “Il problema non è quello che fa Matteo, il problema è che noi dobbiamo lavorare per due anni e mezzo e parlare delle cose che interessano gli italiani, perché altrimenti l’alternativa non la vota nessuno, e non sprecare il tempo a parlare di formule, campo largo e campo stretto. Incominciamo a dire che l’opposizione esiste e fa il suo lavoro, perché altrimenti la Meloni prende il 70% la prossima volta”. Infine, secondo Calenda “il limite del Pd è che può fare e dire qualsiasi cosa gli conviene nel momento in cui gli conviene, come ha fatto col Jobs act. Mi colpisce il fatto che Renzi vada nel campo largo buttandosi dentro così. Un tempo teneva la cravatta di Berlusconi. Ma il problema non è Renzi, ma il Pd che deve decidere cos’è“.