La Claudia Koll di oggi è lontana anni luci dai tempi in cui era la musa di Tinto Brass. Il mondo dello spettacolo le aveva spalancato le porte per la sua bellezza, ma anche per la sua simpatia tanto da aver condotto anche il Festival di Sanremo con Pippo Baudo nel 1995. Poi l’incontro con Dio, la conversione e il cambiamento radicale di pensiero e soprattutto di approccio alla vita. Nessun rimpianto del passato: “Provo tenerezza, avevo desiderio di capire la vita. – ha detto l’attrice ospite a Sabato in diretta, condotto da Emma D’Aquino – Aver incontrato Dio non vuol dire aver perso contatto con la realtà ma capire tante cose. Ha dato significato a tutto. La mia vita non è sbiadita, è piena di significato”.
“La mia identità è quella di attrice, l’arte è un dono che ho ricevuto da Dio. – ha continuato – Sono accadute delle situazioni che non mi hanno permesso di lavorare in fiction importanti ma ho continuato a vivere questo dono in modo diverso. Nel frattempo sono diventata anche counselor e uso l’arte per aiutare le persone. Dio non mi ha allontanato da ciò che facevo: io oggi comprendo molto meglio il mio mestiere, lo insegno, lo uso per aiutare le persone. I miei impegni non sono solo con gli ultimi, ho una famiglia, ho dei figli in affidamento. La prima fase della conversione è diventare consapevole delle fragilità. Dio mi ha parlato tramite il mio mestiere”.
Ma la strada per la Koll non è stata spianata: “Non c’era il tempo per le cene e altro. Quindi non ho perso amici, quelli veri sono rimasti. Sono arrivate tante cose ma non mi piacevano. Il personaggio mi deve piacere altrimenti non mi metto a interpretarlo. E un po’ ho saputo che il mio nome veniva cancellato, in tanti non gradivano la mia presenza. Ma non mi sento fallita se non ho la parte da protagonista”.