“L’Italia è degli italiani, l’Ungheria è degli ungheresi. Bruxelles deve essere occupata“. Viktor Orbán lo urla dal palco di Pontida. Per il primo ministro ungherese è l’esordio sul “sacro suolo” della Padania. E per la Lega è lui la guest star della giornata, così come l’anno scorso lo è stata Marine Le Pen. Orbán prova a scaldare i militanti del Carroccio. Ci riesce parlando di famiglia “tradizionale”, di immigrazione e di Salvini “eroe” che difende i confini. Il resto del discorso è poco trascinante, forse anche a causa del traduttore che legge – quasi impacciato – il testo in italiano del discorso di Orbán con poca enfasi. Sul palco di Pontida arrivano tanti esponenti stranieri del sovranismo: tutti per sostenere Salvini, “perseguitato” della giustizia. Il leader della Lega li ringrazia e poi con un intervento di 20 minuti chiude l’edizione numero 36 del raduno.
Orbán: “Salvini un eroe” – “Noi in Ungheria festeggiamo Salvini come un eroe perchè ha chiuso i confini e ha difeso le case degli italiani. Anzi, ha difeso anche l’Europa e meriterebbe una onorificenza e non un procedimento giudiziario. Quello in corso è una vergogna”, ha aggiunto parlando del processo Open arms, interrotto dagli applausi dei militanti. Quello dei migranti è un tema centrale del suo discorso. Se continuerà l’immigrazione irregolare in Europa, “noi da Budapest i migranti li porteremo a Bruxelles e li deponiamo davanti agli uffici di Bruxelles. Se vogliono quei migranti che se li tengano!“, ha detto il primo ministro ungherese mentre i leghisti intonavano il coro “Orbán Orbán Orbán “. Il leader di Fidesz e fondatore del gruppo europeo dei Patrioti affronta anche – a suo modo – il tema dei diritti civili: “Da noi il padre è uomo e la madre è donna e questo resta così anche se la sinistra internazionale si mette contro. Oggi l’Ungheria è il Paese più sicuro d’Europa”. Lì, assicura, le famiglie vengono difese: “Non permettiamo che il matrimonio sia una specie di barzelletta. Senza famiglia non c’è futuro. La Costituzione ungherese dice che la famiglia è formata da uomo e donna“, ha aggiunto Orbán.
“Dobbiamo occupare Bruxelles” – “Bruxelles deve essere occupata”, ha incalzato dal palco il presidente ungherese: “Non dobbiamo uscire dall’Europa, dobbiamo entrare con la forza. I burocrati di Bruxelles non servono gli interessi delle persone ma i propri interessi. Se andrà avanti così, sarà la rovina per l’intera Europa. Stiamo vivendo sull’oceano dell’egemonia della sinistra, ma l’Ungheria è un’isola particolare che sta combattendo contro la sinistra internazionale. Combattiamo con successo. L’Ungheria ha dimostrato che i patrioti possono governare il proprio Paese con successo, noi governiamo molto meglio della sinistra”. Come gruppo dei Patrioti, ha sottolineato, “dobbiamo rafforzarci e andare avanti sulla strada dell’unificazione della destra europea. Al termine della lotta, saremo noi la forza politica maggiore di tutta l’Europa. Riprenderemo in mano la politica di Bruxelles e renderemo l’Europa di nuovo grande, forte, ricca, sicura e libera”, ha aggiunto.
Sul palco tanti alleati europei – Prima della “punta di diamante” Orbán sul palco si sono alternati tanti altri esponenti stranieri, euroscettici e il gotha del sovranismo in Europa. Tutti hanno voluto esprimere la loro vicinanza e solidarietà al collega Salvini. “Tutti quelli qui riuniti ti vogliono bene, quando sarai in tribunale sarai il nostro eroe, ecco perché siamo qui tutti noi. Vai per la tua strada Matteo, seguila, non sarai mai solo”, ha detto Geert Wilders, leader dei sovranisti olandesi: “Oggi qui – ha aggiunto – facciamo un nuovo giuramento, tutti i patrioti europei saranno a fianco di Matteo Salvini, hanno provato a fermare me e non ci sono riusciti, sono più forte che mai, anche con Salvini non ci riusciranno”. “I Patrioti europei guardano a Pontida, come a un rinnovato esempio di resistenza e speranza in tempi di nemici feroci“, ha detto il portavoce della spagnola Vox, Josè Antonio Fuster. Andrè Ventura – deputato di Chega, il partito della destra portoghese – ha definito Matteo Salvini un “perseguitato” perché “continua a credere che questo paese va protetto. Noi tutti dobbiamo difenderlo” e “noi abbiamo bisogno di più Salvini, in tutta Europa”. Per il Rassemblement National è arrivato solo un videomessaggio del presidente Jordan Bardella: “Con gli storici e amici della Lega” e gli altri alleati in Ue “ora rappresentiamo un gruppo potente e rispettato. Grazie a Viktor Orban per il tuo coraggio, siamo il terzo gruppo al Parlamento europeo. Insieme continueremo a difendere i nostri valori occidentali e la civiltà europea”, ha detto il francese.
Il discorso di chiusura di Salvini – Il segretaria della Lega li ringrazia e incita i militanti del suo partito: “Fate un applauso ai nostri ospiti stranieri, perché si senta ovunque. Sono arrivati fin qua di loro spontanea volontà. Grazie fratelli e sorelle. Ci date e mi date coraggio, non siamo soli”, ha detto Salvini. L’intervento del vicepremier dura circa 20 minuti, chiudendo il raduno della Lega. Camicia celeste e pantaloni scuri, il segretario parla affiancato dai ministri leghisti e capigruppo parlamentari. Tanti applausi quando parla di autonomia differenziata, che è legge da giugno e da cui “non si torna indietro“, ha scandito Salvini. Leader del Carroccio che assicura di andare avanti “a testa alta” al processo Open arms a Palermo, per cui rischia sei anni di carcere, con l’accusa di sequestro di persone. Anche per questo il segretario ha ringraziato più volte gli alleati stranieri che hanno partecipato al raduno, mai così numerosi a Pontida. Salvini parla anche della manovra: “Se qualcuno deve pagare qualcosa in più, paghino i banchieri e non gli operai“, ha affermando rassicurando i presenti sulla tenuta della maggioranza (dopo che ieri era stato costretto a strigliare i suoi giovani militanti per i cori contro il collega vicepremier Tajani): “Il governo è compatto, è un governo di amici prima ancora di alleati, ovviamente ogni tanto discutiamo”. Poi un appunto anche sulla cittadinanza che per Salvini “è un atto di fede“: “È il secondo mazzo di chiavi di casa nostra ma se tradisci questa fiducia contro chi ti ha garantito scuola previdenza e sanità, e poi spacci, stupri e uccidi, la soluzione è solo: via la cittadinanza e torna al tuo Paese. Non abbiamo bisogno di altri delinquenti”.
L’esordio di Vannacci – Sul Palco di Pontida c’è stato anche un altro esordio: quello di Roberto Vannacci, il generale che ha incassato più voti alle Europee. “Oggi sono qua. Chi l’avrebbe detto, vero? Dicevano che per Vannacci la Lega era un taxi e invece no. Io sono qua, io ci credo nella parola data e nell’onore“, ha detto Vanancci mentre alle sue parole i militanti sul pratone hanno risposto con applausi. “Andremo avanti tutti insieme e non ci fermeranno“, ha aggiunto l’eurodeputato. E così si chiude il sipario del raduno di Pontida più esterofilo di sempre.