di Riccardo Bellardini

7 ottobre 2024. E’ passato un anno dalla strage terroristica di Hamas a danno di cittadini israeliani. Oltre mille morti ammazzati, molti torturati, stupri e altre orribili violenze, atti ignobili, abomini, crimini contro l’umanità. Molti sono stati presi in ostaggio dai terroristi, chi liberato, chi ancora prigioniero, chi ucciso dai suoi rapitori, chi ucciso da chi doveva liberarlo, insomma, una sequela di caotico orrore. Un’azione disumana. Poi guardi Gaza, un anno dopo, e vedi che non esiste più.

La Striscia, terra dei palestinesi, completamente rasa al suolo, come se un terremoto tanto potente da non rientrare neanche nella scala Richter l’avesse polverizzata. Macerie su macerie, scheletri di città. Persone che vagano senza meta, scialbe, consumate dalla disperazione, paiono proprio i deportati nei campi di sterminio nazisti, che arrivavano a destinazione dopo immondi viaggi, ammassati dentro carri bestiame o treni, non sapendo di che morte dovevano morire.

E i bambini? I loro sguardi sono perduti. Alcuni loro fratelli non ci sono più. Qualche cecchino israeliano ha proprio mirato bene sui loro corpicini per eliminarli. Altri non hanno più le gambe, un braccio, una mano, eppure hanno ancora voglia di vivere. Si riuniscono in tende improvvisate, e provano a godersi col sorriso il primo giorno di scuola, di un anno scolastico incerto, perché non si sa se inizierà davvero, se andrà avanti, non si sa se arriverà qualche maledetta bomba a stroncarlo lasciando al suo posto un cratere. Immaginano proprio un giorno di scuola normale, come siamo abituati a viverne qui, nell’Occidente libero e dei santissimi diritti.

Esiste la piaga dell’antisemitismo, guai a sottovalutarla. Ma quanto siamo ignobili, quanto siamo indegni, se in nome della paura di esser tacciati di antisemitismo, rinunciamo a denunciare l’evidenza di una generazione bruciata da un’orrida guerra? O meglio, da un orrido massacro? Ricordiamo, ad onor di cronaca, che nel Medio Oriente dilaniato, attualmente c’è un solo esercito regolare in campo e le operazioni militari compiute sul terreno, sono solo le sue, e quello è l’esercito dello Stato di Israele, che, giova ricordarlo, sta attaccando indiscriminatamente anche il territorio di altri Stati sovrani.

Quindi, il mainstream dell’Occidente libero, di che guerra parla? O parlava, forse sarebbe meglio dire. Perché ora pure il termine guerra è stato bandito da una gran fetta dell’universo mediatico occidentale. E pensare che si crocifiggeva Putin perché chiamava l’invasione in Ucraina “operazione militare speciale”. Ora pure qui parliamo di raid, operazioni mirate, e chi più ne ha più ne metta, basta che non si dica guerra.

L’Occidente libero intride le nostre menti, ci incita a non bestemmiare, noi invece dobbiamo bestemmiare, dobbiamo dissacrare, dobbiamo annacquare di verità la sua abissale ipocrisia.
Siamo chiamati a resistere, a farci beffe di lui, di questo suo ignobile doppio standard. Lo dobbiamo a quei bambini, a cui è stata negata la voglia di giocare, sognare, imparare. Lo dobbiamo pure alle vittime della strage di Hamas di un anno fa. C’è chi li usa sovente per giustificare altri orrori indicibili, e loro, io ne sono sicuro, non l’avrebbero voluto.

[in foto: manifestazione per il rilascio degli ostaggi israeliani]

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