Fatti a motore

Dalle moto all’America’s Cup. La sicurezza in mare passa per caschi e giubbotti made in Italy

Nelle regate di Barcellona, quelle della Louis Vuitton Cup, gli equipaggi con un abbigliamento particolare che includeva giubbotti con airbag e caschi. Per l’equipaggio italiano di Luna Rossa Prada Pirelli e per i “defender” di Emirates Team New Zealand, la sicurezza è stata affidata a un’azienda italiana, la Dainese, che ha sviluppato questi prodotti basandosi […]

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Nelle regate di Barcellona, quelle della Louis Vuitton Cup, gli equipaggi con un abbigliamento particolare che includeva giubbotti con airbag e caschi. Per l’equipaggio italiano di Luna Rossa Prada Pirelli e per i “defender” di Emirates Team New Zealand, la sicurezza è stata affidata a un’azienda italiana, la Dainese, che ha sviluppato questi prodotti basandosi su un’esperienza cinquantennale.

Negli anni ’70 infatti, quando un giovane Lino Dainese partì in sella alla sua Vespa per un viaggio attraverso l’Europa, l’idea stessa di abbigliamento protettivo per motociclisti era quasi inesistente. All’epoca, i centauri affrontavano le strade con giubbotti leggeri e caschi rudimentali, lasciando il corpo esposto ai pericoli della strada. Fu proprio questo vuoto in termini di sicurezza che colpì Dainese, ispirandolo a creare qualcosa di rivoluzionario: un abbigliamento che proteggesse, senza compromettere il comfort.

Da quel momento iniziò un percorso che avrebbe cambiato il mondo della sicurezza per i motociclisti. L’obbligo del casco arrivò nei primi anni ’90, quando le moto, sempre più potenti, richiedevano protezioni aggiuntive: guanti, giubbotti rinforzati e i primi paraschiena, fino all’introduzione dell’airbag. Dunque le protezioni per moto non erano più un semplice accessorio, ma un elemento essenziale.

Quando si è a bordo di una due ruote, l’unico vero scudo è ciò che si indossa. Le cadute, spesso imprevedibili, possono trasformarsi in tragedie senza l’equipaggiamento adeguato. Le soluzioni sviluppate da aziende come Dainese hanno trovato nuovi campi d’applicazione: il mare. E non si tratta di una competizione qualunque, ma della regata più prestigiosa al mondo: l’America’s Cup.

Nell’edizione del 2024, nello specchio di mare antistante Barcellona, le imbarcazioni in gara si sono dimostrate capolavori di tecnologia. Gli AC75, veloci e aerodinamici, possono raggiungere velocità superiori ai 110 km/h, sfidando le leggi della fisica e mettendo a dura prova gli uomini a bordo. È qui che entra in gioco la necessità di protezioni. Quelle che Dainese ha fornito agli equipaggi di Luna Rossa Prada Pirelli e di Emirates Team New Zealand, con giubbotti protettivi progettati e realizzati a mano nel dipartimento R&D di Colceresa. Questi giubbotti non solo devono garantire leggerezza e aerodinamicità, ma anche protezione e galleggiamento. Sono certificati per una capacità di galleggiamento di 50 N, sufficiente alla sicurezza in acqua. Sebbene non esista una certificazione specifica per la protezione dagli impatti, il foam inserito nei giubbotti offre una protezione di base contro eventuali urti durante le manovre rapide e violente tipiche di queste regate.

Gli equipaggi delle imbarcazioni AC75 sono formati da atleti di altissimo livello, suddivisi in due ruoli principali: i trimmers, che regolano le vele, e i cyclors, che, pedalando come ciclisti, forniscono l’energia necessaria a controllare l’aerodinamica dell’imbarcazione. Questi atleti devono generare fino a 2000 watt di potenza, una sfida straordinaria che richiede non solo forza fisica, ma anche il massimo comfort e protezione.

Per questi atleti sono stati sviluppati due modelli distinti di PFD (Personal Flotation Device): uno per i timonieri e uno per i ciclisti. Ogni giubbotto è progettato per garantire una perfetta vestibilità, con il foam posizionato in modo strategico per offrire la massima protezione senza ostacolare i movimenti. Le esigenze degli equipaggi erano chiare: posizionamento delle bombole d’ossigeno, integrazione delle radio e leggerezza sia da asciutti che da bagnati, il tutto in conformità con le normative di gara.

Per Emirates Team New Zealand, l’azienda di Molvena ha fornito anche i caschi, basati sul modello da sci Nucleo (derivati anche loro da protezioni motociclistiche),utilizzato nella Coppa del Mondo. Questi caschi sono stati modificati appositamente per soddisfare le specifiche esigenze delle regate, anche nelle condizioni più estreme.

Questa edizione ha visto anche l’introduzione di un torneo femminile, una novità che ha richiesto una revisione delle protezioni per le atlete. Per Luna Rossa sono state sviluppate vest specifiche, adattate al corpo femminile, mentre Emirates Team New Zealand ha semplicemente ridotto le dimensioni delle vest maschili per le atlete del team.

Grazie all’esperienza maturata nel mondo delle due ruote e all’approccio artigianale e innovativo che caratterizza ogni prodotto, l’azienda italiana ha portato la protezione a un livello superiore. Ogni vest richiede oltre 20 ore di lavoro per essere completata, con dettagli come tagli al laser, cuciture rinforzate e incollaggi strategici. Il risultato è un giubbotto che garantisce leggerezza, protezione e performance, tutto ciò di cui gli equipaggi hanno bisogno per affrontare le regate più impegnative al mondo.