Cronaca

Morto Massimo Battista, l’ex operaio Ilva che denunciava l’inquinamento: aveva 51 anni

Il 2 agosto 2012 bloccò un comizio dei leader sindacali, pochi giorni dopo il sequestro dell’area a caldo dell’Ilva di Taranto, piombando in piazza della Vittoria con un’apecar insieme ad alcuni colleghi che come lui già denunciavano l’inquinamento dell’acciaieria. Era un operaio del siderurgico, all’epoca, e un sindacalista. Dopo quel giorno Massimo Battista è diventato uno dei volti più in vista della lotta all’emissioni nocive della fabbrica, promotore del concerto del Primo Maggio nella città jonica, consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle, che lasciò qualche mese dopo l’elezione in contrasto con le scelte pentastellate di trovare un accordo con ArcelorMittal dopo aver chiesto la chiusura del siderurgico.

Sempre libero e pensante, come il nome del Comitato di cittadini che nacque da quell’irruzione in piazza dell’agosto di dodici anni fa, Massimo Battista è morto nella notte tra domenica e lunedì. Aveva 51 anni ed era affetto da tempo da un tumore. Aveva raccontato passo dopo passo la sua malattia sui social e sempre lì, con un messaggio scritto di suo pugno prima di spegnersi, è stata annunciata la sua morte: “La mia battaglia termina qui. Ho lottato tanto per questa città, ho sempre cercato di dare un futuro migliore alla mia amata Taranto. Ho combattuto come un solo leone sa fare. Ed e qui che vi saluto e vi abbraccio uno ad uno”, ha scritto Battista nel suo commiato ringraziando i familiari e i medici che lo hanno seguito nella malattia.

Sposato, con tre figli, era stato candidato sindaco alle amministrative del 2022 per il movimento “Una città per cambiare Taranto” e sedeva in consiglio comunale tra i banchi dell’opposizione. Era il suo secondo mandato, dopo la prima elezione nel 2017 con il Movimento Cinque Stelle, con il quale aveva rotto proprio sul caso Ilva, dopo l’accordo raggiunto al Mise con la multinazionale dell’acciaio. Ex rappresentante sindacale, era stato destinatario di diversi provvedimenti disciplinari per le sue lotte contro la gestione della fabbrica.