Dopo 35 anni è arrivata la condanna all’ergastolo anche per il boss Gaetano Scotto per l’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino e della mogie Ida Castelluccio. La Corte d’Assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, ha accolto la richiesta della procura generale di Palermo. Assolto, invece, l’altro imputato, Francesco Paolo Rizzuto, accusato di favoreggiamento aggravato: era stata la stessa Procura generale a chiedere l’assoluzione. Ad ascoltare la sentenza però non c’era Vincenzo Agostino, il padre del poliziotto ucciso il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini. Da quel giorno Vicenzo non ha più tagliato la barba e i capelli: l’avrebbe fatto – come promesso davanti alla tomba del figlio – solo dopo che fosse stata fatta verità sui mandati del duplice omicidio e sul depistaggio delle indagini. Ma è morto il 21 aprile scorso all’età di 87 anni, in attesa di conoscere la sentenza. La moglie, Augusta, era morta 5 anni prima. A portare avanti la battaglia per la verità, a distanza di 35 anni, sono le figlie Nunzia e Flora e i nipoti, tutti presenti in aula.
Già condannato il boss Nino Madonia – Durante il processo è emerso che il poliziotto Agostino, che all’epoca era in servizio al Commissariato di San Lorenzo di Palermo raccoglieva informazioni sui latitanti nel territorio del mandamento di Resuttana. “Un fatto importante da risultare decisivo nella valutazione di quella che deve essere la responsabilità di chi faceva parte di questa compagine criminale“, hanno spiegato le difese di parti civili, durante le arringhe. Non ci sono state repliche, né dalla Procura generale né dalle difese, prima che i giudici entrassero in camera di consiglio. Il boss Nino Madonia era stato già giudicato in un procedimento parallelo con rito abbreviato, con condanna all’ergastolo confermata in Appello nell’ottobre del 2023.
“Una vittoria della memoria di Vincenzo Agostino e Augusta Schiera” – Adesso sul banco degli imputati c’era Gaetano Scotto, stretto collaboratore di Madonia. Per la difesa di Scotto non si sarebbe trattato di un omicidio di mafia. Ma il delitto sarebbe stato di ben “altra natura che trae origine da ben altri rapporti“. Elementi che porterebbero “alla assoluta mancanza di prova nei confronti di Scotto Gaetano. Per tali motivi concludo, così come il mio precedente difensore, chiedendo l’assoluzione di Scotto Gaetano per non aver commesso il fatto contestato”, ha detto l’avvocato Giuseppe Scozzola. La Corte d’Assise però lo ha ritenuto colpevole, condannandolo all’ergastolo. Subito dopo la sentenza le figlie di Vincenzo Agostino, Flora e Nunzia sono scoppiate in lacrime. “È una vittoria della memoria di Vincenzo Agostino e Augusta Schiera che hanno consentito, con il loro impegno titanico di decenni della loro vita spesi alla ricerca della verità, alla giustizia italiana oggi di mantenere una sua dignità”, ha detto l’avvocato Fabio Repici, legale della famiglia Agostino.
L’agguato e gli anni di buio e silenzio – Quel 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini due killer uccidono il poliziotto 28enne Nino Agostino e la moglie di 19 anni Ida Castelluccio, incinta di due mesi e sposata da uno, all’ingresso di casa dei genitori di Nino. “Io lo so chi siete” è la frase che urla Ida Castelluccio agli assassini poco prima di morire. Mentre il caso viene spacciato, inizialmente, per “omicidio passionale”, “ignoti uomini dello Stato” entrano a casa Agostino e fanno sparire documenti e appunti sulle indagini che il giovane poliziotto stava conducendo. Nonostante lavorasse ufficialmente al servizio Volanti del commissariato San Lorenzo di Palermo, infatti, Agostino dava la caccia ai latitanti di Cosa nostra. “Quest’omicidio è stato fatto contro di me“, dirà davanti alla bara di quell’agente di polizia il magistrato Giovanni Falcone: avevano ucciso un investigatore che lavorava con lui, seppur in via riservata. Per tanti anni di questa collaborazione non si è saputo nulla, dato che il principale testimone della storia, cioè lo stesso Falcone, è stato ucciso nella strage di Capaci. Saranno anni di buio e silenzio. Solo la battaglia di Vincenzo e della moglie Augusta porteranno a tracciare i contorni di una vicenda sempre più avvolta nel mistero: dentro c’è il fallito attentato all’Addaura contro il giudice Falcone, la storia di “faccia di mostro” e tanti altri intrecci. Il delitto era rimasto impunito per 32 anni.
Cosa Nostra
Omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie, condannato all’ergastolo anche il boss Gaetano Scotto
Dopo 35 anni è arrivata la condanna all’ergastolo anche per il boss Gaetano Scotto per l’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino e della mogie Ida Castelluccio. La Corte d’Assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, ha accolto la richiesta della procura generale di Palermo. Assolto, invece, l’altro imputato, Francesco Paolo Rizzuto, accusato di favoreggiamento aggravato: era stata la stessa Procura generale a chiedere l’assoluzione. Ad ascoltare la sentenza però non c’era Vincenzo Agostino, il padre del poliziotto ucciso il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini. Da quel giorno Vicenzo non ha più tagliato la barba e i capelli: l’avrebbe fatto – come promesso davanti alla tomba del figlio – solo dopo che fosse stata fatta verità sui mandati del duplice omicidio e sul depistaggio delle indagini. Ma è morto il 21 aprile scorso all’età di 87 anni, in attesa di conoscere la sentenza. La moglie, Augusta, era morta 5 anni prima. A portare avanti la battaglia per la verità, a distanza di 35 anni, sono le figlie Nunzia e Flora e i nipoti, tutti presenti in aula.
Già condannato il boss Nino Madonia – Durante il processo è emerso che il poliziotto Agostino, che all’epoca era in servizio al Commissariato di San Lorenzo di Palermo raccoglieva informazioni sui latitanti nel territorio del mandamento di Resuttana. “Un fatto importante da risultare decisivo nella valutazione di quella che deve essere la responsabilità di chi faceva parte di questa compagine criminale“, hanno spiegato le difese di parti civili, durante le arringhe. Non ci sono state repliche, né dalla Procura generale né dalle difese, prima che i giudici entrassero in camera di consiglio. Il boss Nino Madonia era stato già giudicato in un procedimento parallelo con rito abbreviato, con condanna all’ergastolo confermata in Appello nell’ottobre del 2023.
“Una vittoria della memoria di Vincenzo Agostino e Augusta Schiera” – Adesso sul banco degli imputati c’era Gaetano Scotto, stretto collaboratore di Madonia. Per la difesa di Scotto non si sarebbe trattato di un omicidio di mafia. Ma il delitto sarebbe stato di ben “altra natura che trae origine da ben altri rapporti“. Elementi che porterebbero “alla assoluta mancanza di prova nei confronti di Scotto Gaetano. Per tali motivi concludo, così come il mio precedente difensore, chiedendo l’assoluzione di Scotto Gaetano per non aver commesso il fatto contestato”, ha detto l’avvocato Giuseppe Scozzola. La Corte d’Assise però lo ha ritenuto colpevole, condannandolo all’ergastolo. Subito dopo la sentenza le figlie di Vincenzo Agostino, Flora e Nunzia sono scoppiate in lacrime. “È una vittoria della memoria di Vincenzo Agostino e Augusta Schiera che hanno consentito, con il loro impegno titanico di decenni della loro vita spesi alla ricerca della verità, alla giustizia italiana oggi di mantenere una sua dignità”, ha detto l’avvocato Fabio Repici, legale della famiglia Agostino.
L’agguato e gli anni di buio e silenzio – Quel 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini due killer uccidono il poliziotto 28enne Nino Agostino e la moglie di 19 anni Ida Castelluccio, incinta di due mesi e sposata da uno, all’ingresso di casa dei genitori di Nino. “Io lo so chi siete” è la frase che urla Ida Castelluccio agli assassini poco prima di morire. Mentre il caso viene spacciato, inizialmente, per “omicidio passionale”, “ignoti uomini dello Stato” entrano a casa Agostino e fanno sparire documenti e appunti sulle indagini che il giovane poliziotto stava conducendo. Nonostante lavorasse ufficialmente al servizio Volanti del commissariato San Lorenzo di Palermo, infatti, Agostino dava la caccia ai latitanti di Cosa nostra. “Quest’omicidio è stato fatto contro di me“, dirà davanti alla bara di quell’agente di polizia il magistrato Giovanni Falcone: avevano ucciso un investigatore che lavorava con lui, seppur in via riservata. Per tanti anni di questa collaborazione non si è saputo nulla, dato che il principale testimone della storia, cioè lo stesso Falcone, è stato ucciso nella strage di Capaci. Saranno anni di buio e silenzio. Solo la battaglia di Vincenzo e della moglie Augusta porteranno a tracciare i contorni di una vicenda sempre più avvolta nel mistero: dentro c’è il fallito attentato all’Addaura contro il giudice Falcone, la storia di “faccia di mostro” e tanti altri intrecci. Il delitto era rimasto impunito per 32 anni.
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Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Le parole di Meloni sull’Ucraina sono state nette e chiare in un contesto molto difficile. Le va riconosciuto". Così il segretario di Azione, Carlo Calenda, da Odessa.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Amiamo le nostre nazioni. Vogliamo confini sicuri. Preserviamo aziende e cittadini dalla follia della sinistra verde. Difendiamo la famiglia e la vita. Lottiamo contro il wokeismo. Proteggiamo il nostro sacro diritto alla fede e alla libertà di parola. E siamo dalla parte del buon senso. Quindi, in definitiva, la nostra lotta è dura. Ma la scelta è semplice. Ci arrenderemo al declino o combatteremo per invertirlo?". Lo ha detto Giorgia Meloni al Cpac.
"Lasceremo che la nostra civiltà svanisca? O ci alzeremo e la difenderemo? Lasceremo ai nostri figli un mondo più debole o più forte? Vorremo che le nuove generazioni si vergognino delle loro radici? O recupereremo la consapevolezza e l'orgoglio di chi siamo e glielo insegneremo? Ho fatto la mia scelta molto tempo fa e combatto ogni giorno per onorarla. E so che non sono solo in questa battaglia, che siete tutti al mio fianco, che siamo tutti uniti. E credetemi, questo fa tutta la differenza", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Quando la libertà è a rischio, l'unica cosa che puoi fare è metterla nelle mani più sagge. Ecco perché i conservatori continuano a crescere e stanno diventando sempre più influenti nella politica europea. Ed ecco perché la sinistra è nervosa. E con la vittoria di Trump, la loro irritazione si è trasformata in isteria". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
"Non solo perché i conservatori stanno vincendo, ma perché ora i conservatori stanno collaborando a livello globale. Quando Bill Clinton e Tony Blair crearono una rete liberale di sinistra globale negli anni '90, furono definiti statisti. Oggi, quando Trump, Meloni, Milei o forse Modi parlano, vengono definiti una minaccia per la democrazia. Questo è il doppio standard della sinistra, ma ci siamo abituati. E la buona notizia è che le persone non credono più alle loro bugie".
"Nonostante tutto il fango che ci gettano addosso. I cittadini continuano a votarci semplicemente perché le persone non sono ingenue come le considera l'ultimo. Votano per noi perché difendiamo la libertà", ha ribadito.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La sinistra radicale vuole cancellare la nostra storia, minare la nostra identità, dividerci per nazionalità, per genere, per ideologia. Ma non saremo divisi perché siamo forti solo quando siamo insieme. E se l'Occidente non può esistere senza l'America, o meglio le Americhe, pensando ai tanti patrioti che lottano per la libertà in America Centrale e Meridionale, allora non può esistere nemmeno senza l'Europa". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Il Cpac ha capito prima di molti altri che la battaglia politica e culturale per i valori conservatori non è solo una battaglia americana, è una battaglia occidentale. Perché, amici miei, credo ancora nell'Occidente non solo come spazio geografico, ma come civiltà. Una civiltà nata dalla fusione di filosofia greca, diritto romano e valori cristiani. Una civiltà costruita e difesa nei secoli attraverso il genio, l'energia e i sacrifici di molti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla conferenza dei conservatori a Washington.
"La mia domanda per voi è: questa civiltà può ancora difendere i principi e i valori che la definiscono? Può ancora essere orgogliosa di sé stessa e consapevole del suo ruolo? Penso di sì. Quindi dobbiamo dirlo forte e chiaro a coloro che attaccano l'Occidente dall'esterno e a coloro che lo sabotano dall'interno con il virus della cultura della cancellazione e dell'ideologia woke. Dobbiamo dire loro che non ci vergogneremo mai di chi siamo", ha scandito.
"Affermiamo la nostra identità. Affermiamo la nostra identità e lavoriamo per rafforzarla. Perché senza un'identità radicata, non possiamo essere di nuovo grandi", ha concluso la Meloni.
(Adnkronos) - "Il nostro governo - ha detto Meloni - sta lavorando instancabilmente per ripristinare il legittimo posto dell'Italia sulla scena internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e rivendicando il nostro ruolo di leader globale".
"Puntiamo a costruire un'Italia che stupisca ancora una volta il mondo. Lasciate che ve lo dica, lo stiamo dimostrando. La macchina della propaganda mainstream prevedeva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, cancellandola dalla mappa del mondo, allontanando gli investitori e sopprimendo le libertà fondamentali. Si sbagliavano", ha rivendicato ancora la premier.
"La loro narrazione era falsa. La realtà è che l'Italia sta prosperando. L'occupazione è a livelli record, la nostra economia sta crescendo, la nostra politica fiscale è tornata in carreggiata e il flusso di immigrazione illegale è diminuito del 60% nell'ultimo anno. E, cosa più importante, stiamo espandendo la libertà in ogni aspetto della vita degli italiani", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - L'Italia è "una nazione con un legame profondo e indistruttibile con gli Stati Uniti. E questo legame è forgiato dalla storia e dai principi condivisi. Ed è incarnato dagli innumerevoli americani di discendenza italiana che per generazioni hanno contribuito alla prosperità dell'America". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac a Washington. "Quindi, a loro, permettimi di dire grazie. Grazie per essere stati ambasciatori eccezionali della passione, della creatività e del genio italiani".