Gli Stati Uniti hanno speso poco meno di 18 miliardi di dollari in aiuti militari a Israele dall’inizio della guerra a Gaza. Una cifra record, che ha favorito l’allargamento del conflitto in Medio Oriente. Emerge dal rapporto per il progetto Costs of War della Brown University americana, pubblicato nell’anniversario del 7 ottobre. Altri 4,8 miliardi di dollari sono stati investiti in operazioni militari Usa nella regione, tra cui la campagna contro gli attacchi Houthi alle navi commerciali. In tutto quasi 23 miliardi in un solo anno.

Più nel dettaglio, 4 miliardi sono stati spesi per rifornire i sistemi di difesa missilistica Iron Dome e David’s Sling. Altri 1,2 miliardi per il sistema di difesa Iron Beam, che è in fase di sviluppo e serve a contrastare le minacce di razzi e mortai a corto raggio. 3,5 miliardi di dollari per l’approvvigionamento di sistemi di armi avanzate, articoli di difesa e servizi di difesa attraverso il Foreign Military Financing Program. Un miliardo per migliorare la produzione e lo sviluppo di artiglieria e munizioni, 4,4 miliardi di dollari per rifornire per rimpiazzare scorte di armamenti trasferiti ad Israele. Tel Aviv ha ricevuto la sua consueta rata annuale di aiuti militari di 3,8 miliardi di dollari, portando il supporto totale a 17,9 miliardi.

Nello studio si spiega che i quasi 18 miliardi sono una cifra ancora parziale, destinata a salire per pagamenti già approvati ma spalmati nei prossimi anni. Si tratta, si legge, di una stima prudenziale.

Per trovare annate con stanziamenti paragonabili bisogna risalire alla fine degli anni ’70, quando la cifra spesa dagli Usa si fermò comunque a 14 miliardi di dollari. In seguito le spese per il Medio Oriente si erano attestate intorno ai 5 miliardi l’anno. Il rapporto della Brown University è uno dei primi conteggi dei costi stimati Usa nella guerra.

Il 13 agosto 2024, l’amministrazione Biden ha annunciato, ad esempio, nuovi accordi sulle armi per Israele da 20,3 miliardi. Impegni da attuare tramite il programma Foreign Military Sales, che prevede accordi approvati dal Dipartimento di Stato e poi eseguiti dal Pentagono. Questi sistemi difensivi, che saranno consegnati nell’arco di diversi anni, includono 50 aerei da combattimento Boeing F15 al costo di 18,8 miliardi di dollari. Il 25 settembre, il senatore Bernie Sanders ha presentato una risoluzione che potrebbe bloccare l’accordo se ottenesse voti sufficienti in entrambe le camere del Congresso.

Da mezzo secolo gli Stati Uniti sono i principali fornitori di armi di Israele. Tel Aviv è il più grande beneficiario di aiuti statunitensi al mondo dalla seconda guerra mondiale. Attualmente è ancora operativo un accordo di aiuti militari decennale da 38 miliardi di dollari, negoziato sotto l’amministrazione Obama, che va dal 2019 al 2028. Questo accordo include 3,3 miliardi di dollari di aiuti militari all’anno che possono essere spesi per qualsiasi equipaggiamento militare, più 500 milioni di dollari stanziati per finanziare vari sistemi di difesa missilistica israeliani.

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