Il corpo del 62enne è stato tagliato e sistemato in alcuni sacchetti di plastica. L'indagine, iniziata nel luglio 2023, è finalmente arrivata al punto di svolta
Sembra la trama di una nuova serie crime, invece è tutto vero. Una donna di 53 anni è stata accusata di aver ucciso il marito 62enne, smembrato il suo corpo e disperso i resti in vari cassonetti della città, chiusi in sacchetti di plastica. Un piano orchestrato con estrema astuzia, descritto dalla polizia come “uno dei casi più bizzarri, brutali e macabri degli ultimi anni”.
La coppia, che non aveva mai mostrato alcun problema particolare né era nota alla polizia, aveva 8 figli. Cos’è accaduto di preciso e come si è arrivati alla moglie? I fatti. Siamo a Sydney, in Australia. Qui, stando a quanto riportato dal Guardian, più di un anno fa i familiari di Mamdouh Noufl hanno denunciato la scomparsa dell’uomo, di cui si erano perse le tracce già da qualche mese improvvisamente. Il comandante della squadra omicidi, Danny Doherty, sabato scorso ha detto che mano a mano che conduceva l’indagine, alcune circostanze sospette venivano sempre più alla luce. Per questo si è passati da un caso di “violenza domestica” a quello di “omicidio”.
Nessuno, né dei familiari in Australia, né di quelli in Egitto, aveva avuto più notizie di Mamdouh. Dopo una lunga indagine, le forze dell’ordine sono arrivate alla conclusione che l’uomo è morto nel peggiore dei modi. Ucciso e tagliato con la sega elettrica dalla moglie Nirmeen Noufl, 53enne australiana che astutamente, per un periodo, ha continuato a gestire i social media del marito. Non solo. Aveva avuto accesso anche ai conti bancari: “La casa è stata presumibilmente ripavimentata e ampiamente pulita”, ha detto il detective che segue l’indagine. Il quale poi ha spiegato che la donna si stava occupando di gestire alcune proprietà all’estero e aveva programmato dei viaggi. Per questo motivo la polizia avrebbe velocizzato le indagini e formalizzato l’accusa di omicidio. Al momento dell’arresto, Noufl si trovava in un ospedale di Bankstown (sobborgo di Sydney).
“Eravamo preoccupati che avrebbe viaggiato all’estero e non sarebbe più tornata. In tribunale sosterremo che lei era l’unica responsabile dell’ omicidio, dello smembramento e dello smaltimento dei resti del corpo – le parole della polizia -. Lei ha viaggiato in Egitto e ha venduto proprietà, acquistando anche azioni negli Emirati Arabi Uniti“.
Nonostante i resti dell’uomo non siano stati effettivamente localizzati, ci sono diverse prove “dirette e convincenti” per le quali, secondo la polizia, Noufl avrebbe agito da sola e in modo premeditato. “Ci sono ancora molti aspetti che saranno chiariti in tribunale”, ha aggiunto il detective. Il movente? Con tutta probabilità quello economico-finanziario. A Noufl è stata negata la cauzione e dovrà comparire di nuovo in tribunale il prossimo 11 dicembre.
(foto: screenshot servizio 7NEWS Sydney)