Scintille a L’aria che tira (La7) durante un dibattito sulla manifestazione pro Palestina a Roma. Il conduttore David Parenzo cita le proteste di studenti filo-palestinesi in prestigiose università americane, come l’ateneo di Yale, nel Connecticute e la Columbia University di New York. E chiama all’appello Alan Friedman che accomuna i cortei di Roma e le contestazioni pro Palestina all’Università Sapienza di Roma alle manifestazioni nei campus americani perché suscettibili di “strumentalizzazione”.
Parenzo poi interpella Maria Teresa Meli, firma del Corriere della Sera, affermando che “gli ebrei sono entrati nel mirino di una parte dei manifestanti filopalestinesi”. “Di tutti – sentenzia Meli – Gli ebrei erano nel mirino della piattaforma della protesta. È stata fatta una manifestazione contro una parte della città, perché ci sono ebrei che vivono a Roma”.

“Ma non si possono sentire queste cose – insorge il giurista Ugo Mattei, ospite in collegamento – Continuiamo ancora con questa storia dell’antisemitismo per chiudere la bocca a chi manifesta pacificamente. Ma basta! Anche questa storia degli studenti americani della Columbia e di Yale: la maggior parte di quei ragazzi era ebrea. Non c’entra niente l’antisemitismo, bisogna smetterla con questa storia. E subito”.
“Ma cosa sta dicendo?”, ribatte Meli a cui fa eco Friedman (“Quello che dice è antisemita”, mormora riferendosi al professore universitario).
Mattei ribadisce: “La maggior parte delle persone che sono solidali coi palestinesi e che è contro questa politica criminale e genocida di Israele è ebrea. Bisogna smetterla con questa storia dell’antisemitismo, perché fa andare fuori di testa la gente, compreso il sottoscritto. Io non la posso più ascoltare. E la piattaforma della manifestazione di Roma non era contro gli ebrei”.

“C’era scritto ‘sionismo uguale nazismo’”, obietta Parenzo insieme a Meli.
Che in questo momento a Gaza ci siano dei comportamenti simili a quelli nazisti è un dato di fatto purtroppo – risponde Mattei – C’è un olocausto in corso, una barbarie, un disastro”.
Meli protesta, Friedman invoca il fact checking, Parenzo redarguisce l’ospite: “Facciamo ordine con le parole”.
“Sono 40mila morti”, ribatte Mattei.
“Dia il peso giusto alle parole che vengono dette – sbotta Parenzo – Parlare di olocausto, che significa annientamento e volontà di distruzione, non ha nulla a che vedere con quello che sta accadendo”.

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